Il Caos Calmo di Moretti, e l’agitazione di don Anselmi: la Cei Š fuori dal mondo

Calma, calma, anzi facciamo un bel Caos; ma calmo. A me la questione pare abbastanza semplice, anche se difendere 'sta ciofeca di Nanni Moretti mi dà un po' di fastidio. Però Così è, se vi pare.

Parto da un presupposto: non ho mai avuto la fortuna di conoscere in maniera ravvicinata Dio (da un lato per fortuna – e la mano già ben posizionata nelle parti basse – dall'altra, ovviamente, perchè non sono un mistico), quindi evito di parlarne come se conoscessi il matrimonio tra me e Lui. Non so, non dico robe tipo:

"Il mio quotidiano incontro con Dio è qualcosa che mi fa comprendere cosa voglia dire la morte di Cristo: rivivo la sua sofferenza e la sua resurrezione".

Bò, non saprei, è una cosuccia che non conosco. Ecco, magari don Anselmi, a questo punto, potrebbe anche evitare frasi come quella qui sotto, che se non servono a metterlo in ridicolo aiutano molto a riflettere su quanto sia inadueguata la Chiesa del nuovo millennio.

Molte persone osservano che i consacrati non possono e non devono parlare di sessualità corporea perché non la vivono. Mi sento di poter dire che noi la conosciamo e la stimiamo così bella e importante che ogni giorno la offriamo sull'altare, doniamo a Dio ed alla nostra comunità il nostro celibato, con fatica e con gioia. Per questo preghiamo per chi svaluta questi gesti. 

E vabbè, caro don Anselmi, allora partiamo da presupposti sbagliati. Partiamo dal dato di fatto che visione laica della vita e visione religiosa cozzano tra di loro, non possiamo educare al sesso le giovani generazioni partendo da un approccio religioso.

Perchè in un'epoca in cui il sesso è pura "materialità" e ben poco "spiritualità", se si vuole intervenire bisogna introdursi nel problema analizzando la questione da un punto di vista laico; che, se non altro, è più vicino alla realtà materiale del gesto sessuale.

E' anche semplice capire il perchè: se mi rivolgo a un papaboys, forse, una frase come quella di Don Anselmi sul sesso – ovvero Mi sento di poter dire che noi la conosciamo e la stimiamo così bella e importante che ogni giorno la offriamo sull'altare, doniamo a Dio ed alla nostra comunità il nostro celibato, con fatica e con gioia – può anche fare un minimo di presa. Sul papaboys convinto.

Su un tamarro di 14 anni che grida ogni giorno per le strade il suo inno alla figa invece no: una frase come quella serve solo a farsi prendere per il culo. E non si creda che solo il tamarro dedito all'inno abbia di queste reazioni ogni volta che la Chiesa si occupa di sesso: lo stesso capita tra gli studenti dei più rinomati licei.

C'è troppa distanza tra sesso e Chiesa, c'è anche tra cinema e Chiesa, tra realtà e Chiesa, tra uomini e Chiesa, tra mondo e Chiesa. Possono essere quest'ultime ragioni sufficienti per non aprire la bocca a vanvera

Scritto da Style24.it Unit

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