Giornata Mondiale della Terra 2021, anche la moda cambia rotta

La Giornata Mondiale della Terra 2021 porta a una riflessione sulla moda, un settore in rotta verso la riconversione sostenibile.

In che modo la Giornata Mondiale della Terra stimola una riflessione sulla moda? Il settore della moda ha un notevole impatto sul pianeta. Si parla, a tal proposito, di dinamiche quali estrazione di materie prime per la produzione, distribuzione e smaltimento dei vestiti. Alcuni brand indipendenti pare vogliano invertire la rotta verso una sostenibilità maggiore. I consumatori, dal canto loro, hanno bisogno di informazioni più trasparenti per acquisti consapevoli.

Giornata Mondiale della Terra 2021: perché la moda deve cambiare

Come ogni anno, il 22 aprile è il giorno istituzionalmente sancito dalle Nazione Unite per celebrare il pianeta Terra. Numerose sono le manifestazioni che, in tempi non-pandemici, onoravano questa ricorrenza promuovendo una maggiore salvaguardia del pianeta. Del resto, quale occasione migliore per convertirsi alla sostenibilità. Una riflessione specifica, allora, dovrebbe partire proprio dal settore della moda. Perché? Secondo le previsioni sui tassi di crescita, entro il 2030 il consumo globale annuo di abbigliamento potrebbe aumentare per più del doppio di quello attuale.

Una crescita a spese del pianeta, se non si comincia ad acquistare con una consapevolezza maggiore. Non è retorica. Il White paper del British Fashion Council, e non è il solo parere autorevole, conferma che la moda ha già “un impatto di vasta portata sull’ambiente”. La posta in gioco è alta e, ad averlo capito, più che i grandi marchi, pare sia un gruppo di brand indipendenti, del noleggio e del vintage, nel mercato della moda internazionale. Il gruppo si è riunito in occasione della Giornata della Terra 2021 per sensibilizzare sui temi della sostenibilità nella moda.

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È la moda “indipendente” a volere nuove salvaguardie

Rispolverare la vecchia idea dell’azione collettiva è, per iniziare, il primo passo al raggiungimento di obiettivi più grandi, anche nell’ambito della moda. È pur vero che posizioni e scelte dei grandi marchi, considerando il loro potere di mercato, incidono maggiormente sul consumatore, ma, in gruppo, si può fare la differenza. Ed è questa la modalità d’azione scelta dai marchi indipendenti che stanno dietro l’iniziativa della Giornata della Terra.

La campagna di Annie Holt

Fra questi, il marchio Ethereal London, la cui fondatrice Annie Holt è in prima fila nel desiderio di ottenere maggiore trasparenza da parte di tutti i brand. Il gruppo di cui la Holt è parte, vanta un pubblico sui social media di oltre 250mila persone. La campagna non è diversa da quelle già diffuse in vari Paesi del mondo: incoraggiare i consumatori a ridurre il loro consumo individuale di nuovi indumenti e “prolungare la vita” di quelli che già possiedono.

La moda al centro di ripensamenti e manifestazioni

Tuttavia, il consumatore che vuole dare un supporto simbolico alla campagna attraverso acquisti consapevoli non si trova in una condizione “semplice”. Molti brand, infatti, confondono i consumatori affinando tecniche di greenwashing funzionali più alla campagna marketing che a una corretta informazione sul prodotto rivolta a chi lo acquista. Ad oggi, domande come “dove è stato tinto”, “in quale stabilimento è stato realizzato” e “quanto sono stati pagati i lavoratori” rimangono comunque prive di una risposta.

In Italia, il ripensamento sulla moda in occasione della Giornata Mondiale della Terra 2021 si estende per l’intera settimana. Fashion Revolution, il movimento nato per ricordare la tragedia del Rana Plaza in Bangladesh del 2013, organizza il 24 aprile 2021 ARTivism, una mostra digitale per dar voce alla giustizia sociale e ambientale in collaborazione con Fashion Revolution Italia e la Fondazione Pistoletto.

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