Il cantante si è spento nella sua casa ad Acilia, all’età di 74 anni. Era malato, ma continuava a esibirsi. Il saluto dei colleghi al Maestro, Er Califfo, il poeta romano
È scomparso nella sua casa ad Acilia Franco Califano, nato a Tripoli il 14 settembre 1938 e impegnato proprio recentemente, a teatro. L’ultima sua presenza sul palco risale allo scorso 18 marzo 2013.
Er Califfo o Il Maestro, originario di Pagani, nato in aereo sul cielo della capitale libica, a quei tempi colonia italiana, cantante, attore e poeta, spesso al centro delle polemiche.
Disincantato amante latino, un po’ cinico, un po’ romantico, in passato alle prese con la giustizia per detenzione di stupefacenti.
Autore di brani passati alla storia della musica italiana, cantate e autore di testi portati al successo dai colleghi, tra cui Minuetto per Mia Martini, La musica è finita per Ornella Vanoni, E la chiamano estate per Bruno Martino, Un grande amore e niente più per Peppino di Capri, Semo gente de borgata per Edoardo Vianello, l’intero album Amanti di valore per Mina.
Come cantautore sono da annoverare tra i suoi grandi successi Tutto il resto è noia, Fijo mio, Un tempo piccolo.
Califano era in piena attività artistica: “Fino all’ultimo giorno non ha smesso di cantare e di scrivere canzoni – ha raccontato il cantautore Enrico Giaretta, suo pianista e figlio artistico – Il Maestro stava per partire per un ‘mini tour’ con accompagnamento di pianoforte, batteria, chitarra e contrabbasso. Era entusiasta di questa nuova avventura.
Avremmo dovuto suonare il 4 aprile a Porto Recanati e, pochi giorni dopo, avevamo un appuntamento in sala di incisione ad Avezzano. Stasera, all’improvviso, la notizia della sua morte. Siamo tutti increduli. Si è chiuso per noi un’era“.
“Mi dispiace profondamente. Credo che non abbia terminato così come aveva iniziato. Credo che l’epilogo non sia stato all’altezza di come aveva iniziato: ha vissuto come un grandeur ma gli ultimi anni sono stati molto pesanti per lui.
Quando l’ho frequentato ho capito che era un uomo di cuore. Ma ha vissuto oltre i limiti e questo non ti viene mai perdonato. Se non metti la divisa della persona perbene vieni additato a volte anche oltre il lecito. Credo che questa morte sia un sollievo per lui” – ha dichiarato Paolo Bonolis, che l’aveva ospitato nel 2010 a Ciao Darwin.
Numerosi i messaggi di saluto e stima dei colleghi.



