Dinosauri al cinema: la promessa di avventura che non tradisce mai
Il filone cinematografico dedicato alla preistoria e in special modo ai dinosauri si arricchisce di una nuova pellicola, grazie a questa co-produzione statunitense-coreana intitolata Dino e la macchina del tempo.
Il sottogenere che vede come protagonisti indiscussi le gigantesche creature, inaugurato in modo credibile su grande schermo tramite il Jurassic Park di Steven Spielberg, recentemente oggetto di una conversione in 3D, è stato poi aggiornato alla forse più consona e meno dispendiosa versione animata da saghe come L’era glaciale, Alla ricerca della valle incantata e pochi mesi fa in parte da I Croods.
Tutti film destinati implicitamente a un pubblico davvero giovane ma che nonostante ciò sono riusciti a conquistare anche un target più maturo, per merito di diversi livelli di lettura e a richiami più o meno diretti a tematiche adulte.
Così non pare essere per il film d’animazione diretto da John Kafka e Yoon-suk Choi, che sin dal trailer e dalla sinossi essere impostato su binari infantili – senza che il termine abbia alcuna connotazione negativa.
Dino e la macchina del tempo racconta del protagonista eponimo, un ragazzino dal cuore d’oro ma prono alla disubbidienza, che insieme all’amico Max si ritrova a giocare nel laboratorio del Dott. Santiago, inventore da strapazzo genitore del sodale.
La coppia, raggiunta anche dalla sorellina Julia che li stava spiando, per errore attiverà una macchina del tempo dalla suggestiva forma di uovo e verrà catapultata nell’epoca in cui i dinosauri dominavano la Terra.
La loro sopravvivenza, tuttavia, viene assicurata da un tirannosauro femmina che scambiandoli per i cuccioli desiderati inizia a proteggerli dai pericoli del suo mondo.
I tre ragazzi però, devo cercare naturalmente un modo per ritornare a casa…
