Berlusconi telefona a Ballarò e aggredisce Floris: tutta l’arroganza del monarca al tramonto?

Nella telefonata di ieri di Berlusconi alla trasmissione Ballarò, in risposta a un servizio che mostrava il disastro di Napoli all’indomani delle promesse del premier, c’è da un lato tutta la consueta arroganza di chi si sente intoccabile, il padrone di tutto, compresa ovviamente la televisione pubblica. C’è l’insofferenza, da Grande fratello orwelliano, per qualsiasi critica, per il giornalismo indipendente che osa raccontare una verità sgradita.

Dall’altro lato però la scelta di ribattere proprio sul tema dell’immondizia a Napoli rivela tutta la stanchezza e la scarsa lucidità dell’Unto: che il capoluogo campano sia sommerso dai rifiuti, nonostante le promesse di ripulire la città in qualche giorno, è sotto gli occhi di tutti, è una realtà che neppure i cinegiornali di regime possono nascondere. E quella voce rotta dall’indignazione e quasi tremante, prima di buttare giù la cornetta, forse è uno dei tanti segni del tramonto di un uomo che è stato, e rimane ancora, il padrone del Paese.

Certo però il messaggio intimidatorio nei confronti della stampa libera è ancora una volta passato: attenzione, io ci sono ancora e mi scaglierò con violenza contro chiunque osi mettermi in discussione, contro qualsiasi tentativo di rompere le righe di fronte al conformismo dell’informazione. Contro qualsiasi eterodossia, da colpire o attraverso la censura o, dove non si può, con il lavoro sporco dei fabbricatori del fango. Uno di questi – Maurizio Belpietro – era in studio e, insieme al ministro Fitto, annuiva compulsivamente durante la telefonata del capo, timoroso probabilmente di non aver svolto a dovere il compitino e di aver reso necessario l’intervento del Signore di Arcore.

Scritto da Style24.it Unit

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