Silvio Berlusconi show al programma domenicale di Canale 5: un nuovo monumento al conflitto d’interessi, che forse non servirà a nulla
Di fronte al monologo di Silvio Berlusconi su Canale 5, intervistato da una dipendente conduttrice di reality e programmi di gossip del tutto inadeguata a parlare di qualunque cosa sia un pelo sopra i calendari delle veline, viene mestamente da fare le stesse considerazioni di sempre, quelle che su questo blog abbiamo ripetuto fino allo sfinimento: le bugie senza vergogna, le eterne promesse (peraltro disattese mille volte), l’uso della propria televisione come strumento di propaganda e monumento al più grande conflitto d’interessi mai visto nella storia delle democrazia occidentale.
In più si può aggiungere la disperazione del Berlusconi di questa ingloriosa fine di Seconda Repubblica, che riesce nell’impresa di invocare la discesa in campo di Monti mentre spara ad alzo zero sul governo dei tecnici, che promette per l’ennesima volta l’abolizione dell’Imu (introdotta dal suo governo e che Monti ha semplicemente anticipato di un anno) mentre blatera per la milionesima volta di comunisti e complotto dei giudizi, roba da spararsi in testa seduta stante.
Eppure, nonostante la giusta denuncia della mortificazione dell’informazione e del delirio politico del Signore di Arcore, questa volta sullo sdegno prevale un senso di desolazione e pietà per uno spettacolo che sa molto di caduta dell’impero. Perché Berlusconi può farsi intervistare anche trecento volte dalla cameriera di turno, può parlare di fidanzate che hanno 50 anni meno di lui o di nipotini meravigliosi, può promettere soldi e gnocca per tutti, ma il suo isolamento politico e la sua impresentabilità mediatica rimarranno immutati.
Lo spettacolo di ieri gli italiani l’hanno seguito, uguale uguale, per quasi vent’anni. Pur non essendo particolarmente svegli, ormai hanno capito l’antifona.
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