Beautiful Creatures: trailer, trama recensione film tratto da libro

Il termine di paragone per le future storie d’amore adolescenziali sovrannaturali

Esce oggi nelle sale Beatiful Creatures, il film tratto dal primo volume della saga letteraria creata da Kami Garcia e Margaret Stohl (che in Italia è conosciuta come La sedicesima luna, da qui il sottotitolo tricolore della pellicola). Il romanzo originale, da quanto si legge in giro, si inserisce in maniera piuttosto originale nel filone inaugurato da Twilight, quello del melodramma sentimentale a tinte fantasy.

Questa volta, al posto di vampiri & lupi mannari, o di zombie (il mediocre Warm Bodies), troviamo una comunità di maghi a fare da contraltare alle miserevoli esistenze dei comuni mortali. 

Protagonisti della vicenda sono Ethan Wate e Lena Duchannes. Il primo è un ragazzo molto sveglio, cui la provincia di Gatlin nella Carolina del Sud, va molto stretta per svariati motivi: la moralità bigotta che permea l’ambiente, la ristrettezza di orizzonti nei confronti del suo interesse verso la scrittura creativa, il senso di isolamento dato dalla perdita dell’amata madre.

Lei invece è la nipote di Macon Ravenwood, misterioso recluso discendente dei fondatori della città, ed è tornata nel luogo d’origine dei suoi avi apparentemente per finire la scuola: la ragazza tuttavia viene presa di mira dai compagni perché sulla sua famiglia corrono voci di esoterismo o satanismo, e lei stessa non sembra far nulla per avvicinare chi le sta intorno.

Solo Ethan sembra invece determinato a conoscerla, riconoscendo in lei la ragazza senza volto che vede ogni notte nei suoi sogni.

Tra i due, tra prime incomprensioni e diffidenze, nasce una storia d’amore osteggiata da varie parti e segnata da un destino avverso: Lena infatti è una Caster (una maga) e al compimento dell’incipiente sedicesimo compleanno verrà reclamata dalle forze della luce o delle tenebre, che la sceglieranno in base alla sua intima e più vera natura. Essendo la giovane in possesso di un talento straordinario è facile capire che la battaglia intorno a lei infurierà in modo spaventoso, per non parlare di una maledizione che sembra gravare sui due innamorati…

Come si può intuire da questo veloce riassunto della trama (che lascia da parte non poche diramazioni), il nucleo del film risiede in una differenza di status tra i due amanti e un pericolo che aleggia nell’aria e che minaccia il felice esito della relazione. Puro Twilight per ragazzine urlanti e armate di fazzolettini uso lacrime, direte voi. Sì e no, risponderei io.

Ciò che distingue Beatiful Creatures dal modello originale e da tutti i suoi sottoprodotti è, primariamente, l’ironia. Richard LaGravenese, regista e sceneggiatore, è riuscito nel piccolo miracolo di non prendere troppo sul serio la materia trattata, conferendo allo svolgimento della narrazione una grazia e una leggerezza che, almeno fino a due terzi della durata della pellicola, conquistano e avvincono. Questo perché, al contrario di quanto succedeva tra Kristen Stewart e Robert Pattinson (paradossalmente coppia anche al di fuori del set), i due attori Alden Ehrenreich e Alice Englert mostrano di possedere una chimica e un’intesa notevole, nonché una certa bravura, che rende realistico un trasporto con cui ci si può relazionare.

Perché, sì, la loro storia d’amore è basata sulla usuale melassa di smancerie, ma è anche costellata di battute, frecciatine, scherzi che coinvolgono sia i protagonisti che tutti i comprimari. Molto gustosa, infatti, si rivela la salace presa in giro della comunità di iperfanatici cattolici del sud degli Stati Uniti, così come fa sorridere la distanza ironica frapposta tra i ragazzi e la propria storia d’amore, vissuta consapevolmente come un evento assurdo e surreale al pari delle connotazioni sovrannaturali in cui è immersa.

Accrescono questa sensazione anche le performance attoriali di Jeremy Irons e Emma Thompson, che si divertono a gigioneggiare con i loro personaggi (un gentiluomo del sud ritiratosi a vita privata e una strega del male che vuole divertirsi a spese degli esseri umani), e tutta una serie di gag basate su un uso della magia in funzione comica. Menzione a parte, destinata al pubblico maschile, per la presenza di Emmy Rossum, la quale fa la sua entrata in scena mozzando il fiato per audacia e sensualità. Ulteriore nota, questa volta diretta alle ragazze, per il romanticismo non scontato di un paio di scene del film (la ricostruzione onirica-cinematografica della guerra civile e la nevicata magica nel parco).

È quindi un capolavoro questo Beatiful Creatures, si chiederanno i lettori? Certamente no: le incongruenze di sceneggiatura si fanno sentire a più riprese, la tensione melodrammatica dell’ultimo terzo del film non regge e lo scioglimento convince davvero poco, mentre gli effetti speciali si rivelano davvero maldestri e per nulla credibili. Tuttavia, all’interno del suo genere rivolto a una vastissima nicchia di spettatori, il film rappresenta una ventata d’aria fresca di cui si sentiva con forza la mancanza. Forse il target di riferimento non apprezzerà appieno a causa dell’assenza di sottolineature strappalacrime, ma quelli che di solito chiameremmo i malcapitati (cooptati da amiche, fidanzate, mogli e quant’altro) per una volta potranno godersi una prova cinematografica priva di alte ambizioni ma molto solida.

Scritto da Style24.it Unit
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