Di sparatorie, esplosioni e geopolitica spiccia
I film d’azione bellica (o per meglio dire, di guerriglia urbana), se non altro quelli americani, da sempre hanno bisogno di un nemico preciso contro cui scagliarsi.
Una volta, complice la guerra fredda, la cortina di ferro, la tensione tra Occidente e Oriente, il pericolo veniva sempre e solo dalla Russia, visto come il mostro comunista che attentava alla libertà delle democrazie moderne.
Oggi gli scontri si sono fatti più variegati: se da una parte il conflitto (quello finzionale, messo in scena dal mondo del cinema) è sempre più una questione interna, dall’altra appare stabile, ma in leggera flessione, l’identificazione dell’opponente con il fondamentalismo islamico.
Il nuovo potere forte è invece quello della Corea del Nord, corroborato nell’immaginario comune anche dai recenti contrasti con gli USA. Una nazione governata in modo autoritario da un dittatore, dall’imponente militarizzazione e, a quanto parere, dotata di armamenti nucleari.
Attacco al potere – Olympus Has Fallen cavalca proprio questa nuovo paradigma bellico, immaginando che un gruppo di terroristi nordcoreani sferri un attacco al simbolo del potere americano per eccellenza, la Casa Bianca in cui risiede il Presidente degli Stati Uniti.
Nella nuova pellicola diretta da Antoine Fuqua (Training Day) si immagina uno scenario in cui il punto nevralgico della politica americana viene messo a ferro e fuoco da un ben congegnato piano d’assalto: presi in ostaggio il leader nazionale (interpretato da Aaron Eckhart) e il suo staff, sarà compito dell’unico uomo rimasto vivo dopo il massacro, l’ex responsabile della sicurezza Mike Banning (Gerard Butler), risolverà la delicata situazioni.
Come nel più classico dei film d’azioni anni 80, la one man army cercherà di sgominare la minaccia esterna in un tripudio di sparatorie ed esplosioni, il tutto sotto la direzione attenta del portavoce della Casa Bianca Allan Trumbull (un Morgan Freeman che per una volta non interpreta la massima carica).
