Anteprima di Rango: un western animato, con Johnny Depp

Siamo stati all’anteprima di Rango, ultimo film d’animazione della Universal, diretto da Gore Verbinsky (già autore dei tre episodi della saga dei Pirati dei Caraibi).

Il film, cui hanno prestato la propria voce, tra gli altri, Johnny Depp e Abigail Breslin (la piccola protagonista del cult indie Little Miss Sunshine) si propone come una rielaborazione post-moderna e un versione animata dei classici del western: la storia di Rango, lucertola che fortunosamente diventa sceriffo della città di Dirty, vittima della siccità, ricorda mille altre pellicole del genere.  

Gli snodi narrativi, gli imprevisti, i colpi di scena, le caratterizzazioni dei personaggi fanno già parte dell’immaginario collettivo dello spettatore medio, e non riservano alcuna sorpresa; persino l’atteggiamento modernamente straniato e ironico usato nel trattare la materia è ormai codificato e pacificamente accettato.

Questi aspetti, però, lungi dall’affossare la riuscita del film, ne decretano invece il successo sotto il punto di vista formale: Rango è una pellicola iconica, perché composta da un collage di inquadrature che riprendono stili e stilemi ben precisi, realizzate alla perfezione, grazie ad una grafica mai così particolareggiata, mai così vicina al fotorealismo, in alcuni dettagli.

Per questo motivo, nonostante siano poi le parti più originali della pellicola, i momenti più surreali, dilatati e persino psichedelici, diventano degli elementi spuri (sempre iscrivibili in una tradizione, quella del western desertico quale rito d’iniziazione) che meno si legano al resto della pellicola: resta comunque da apprezzare lo sforzo formale e immaginativo del regista nella creazione di tali sequenze.

Quando infine la storia giunge al termine si comprende che ciò che è stato celebrato non è il vecchio West in sé, ma piuttosto il cinema western, attraverso un omaggio che, per quanto vuole essere ironico, risulta in realtà un ricalco fedele e sentito. Rango propone quindi una riflessione di secondo grado: che uno dei possibili destini del cinema d’animazione sia quello di elevare all’ennesimo livello il potenziale estetico del cinema “dal vivo”, non dovendo dipendere dalle condizioni materiali del mondo reale?

Scritto da Style24.it Unit

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