Sull’isola di Salina una storia di amore e mistero
Il cinema indipendente italiano usa spesso location poco frequentate dalla filmografia mainstream delle grandi case di produzione, troppo ancorate alle solite Roma, Milano e Torino e di un altro pugno di grandi metropoli, ambientazioni fruste e scarsamente evocative per commedie ignobili che vivono in un non-luogo ideale e inestistente.
Amaro Amore, il debutto cinematografico di Francesco Henderson Pepe, sceglie così come sfondo e co-protagonista della vicenda messa in scena l’isola siciliana di Salina, facente parte dell’arcipelago delle Eolie.
L’atmosfera della pellicola richiama così alla mente L’avventura di Michelangelo Antonioni, cercando di riportare su grande scherma la stessa sospensione e inquietudine emanata da un paesaggio naturale al di fuori del mondo.
La storia è quella di due fratelli francesi, André e Camille, fratello e sorella, che scelgono la Sicilia, e l’isola di Salina, sia come meta delle loro vacanze sia come luogo di investigazione del proprio passato e della propria identità.
Qui infatti durante la sua giovanezza aveva vissuto per alcuni anni la madre della della coppia.
Il loro arrivo però provoca un trambusto inaspettato. I due incontrano infatti Santino, un bel ragazzo solitario e scostante, e dalla storia d’amore che nascerà all’interno del trio emergeranno elementi seppelliti dalla coscienza dei ragazzi e un segreto che si era perso nel tempo.
L’autore ha così descritto la spinta alla base della sua opera: “C’era la voglia di raccontare, di far sapere che l’amore è uguale per tutti, un sentimento universale, un’emozione che tocca il cuore di ognuno di noi.
Non esistono differenze, non sussistono diversità. Esiste l’amore, e ognuno è libero di manifestarlo come meglio crede.”
Pepe dichiara di aver voluto narrare “una storia di poesia e amore, una storia incentrata sui sentimenti e le emozioni, una storia dove il paesaggio ha la sua importanza, e dove lo stesso paesaggio parla ed esprime i suoi stati d’animo.“



