Il ritorno di una grandissima attrice che è stata protagonista di tante pagine della storia del cinema
Chi si ricorda, o meglio, chi può dimenticare la meravigliosa Jeanne Moreau, mirabile attrice che ha attraversato con grazia e leggerezza sessant’anni di storia del cinema?
Da Ascensore per il patibolo e Gli amanti di Louis Malle, passando per Jules e Jim e La sposa in nero di François Truffaut, nonché per la collaborazione con il grande Orson Welles in Falstaff e Storia immortale, e chiudendo infine questa carrellata con Il diario di una cameriera di Luis Bunuel e Gebo e l’ombra del decano Manoel de Oliveira: la Moreau ha davvero avuto modo di lavorare con talenti ineguagliati provenienti da tutto il mondo, segnando con forza ogni film cui ha partecipato.
La rivediamo in questi giorni nelle sale cinematografiche, in verità ancora in forma nonostante i 75 anni d’età, grazie alla pellicola A Lady in Paris dell’estone Ilmar Raag (il titolo originale sarebbe Une Estonienne à Paris, ma si sa che in Italia un titolo inglese arbitratrio tira di più, per non parlare poi di quel poco delicato riferimento alle Repubbliche Baltiche che non si fila nessuno).
Jeanne è la co-protagonista Frida, un’anziana signora estone emigrata in Francia molti anni fa, ormai rimasta praticamente sola.
Anne, sua compatriota in cerca di lavoro, decide di lasciare il Paese per farle da badante su esplicita e insistente richiesta di Stéphane, ex amante di Frida di molti anni più giovane.
In una situazione molto delicata e in bilico tra equilibri e dinamiche in cui si sente estranea, dovendo fronteggiare anche l’aperta ostilità di Frida che non vuole nessuno in casa, Anne cercherà di fare del suo meglio per trovare la propria strada…



