A caccia di UFO, A caccia di Mostri, i misteri misteriosi e la nuvoletta di Fantozzi

Su History Channel ci sono due programmi assolutamente fenomenali. Si intitolano uno “A caccia di UFO“, e l’altro “A caccia di Mostri“. Li trasmettono quasi ogni pomeriggio attorno alle ore 16 (pi— o meno). Sono qualcosa di spettacolare, poich‚ in un’ora riescono a riassumere tipo centomila teorie del complotto / leggende metropolitane messe assieme. In pratica sono la versione concentrata di Voyager: senza Roberto Giacobbo, ok, ma con addirittura un team di esperti (!?) che scorrazzano per gli Stati Uniti in cerca di prove sull’esistenza degli UFO (o di altre misteriose creature). Uno degli esperti, cioŠ quello che recita la parte del pi— ufomane della compagnia di A caccia di UFO, sembra uscito da un episodio di X-Files: occhiali scuri (rigorosamente a specchio), cappellino nero con visiera e con la scritta “UFO“, giacchette da bombardiere anni ’30, piglio deciso da tenente dei marines in pensione. Le puntate sarebbero da guardare solo per lui, ma c’Š molto, ma MOLTO di pi—.

E’ straordinario, infatti, il modo che entrambi i programmi hanno di presentare le cose e di sviluppare ogni situazione. S, perch‚ per fare ascolti hanno bisogno di mantenere alta l’attenzione, quindi per A caccia di UFO *ogni cosa* riguarda gli alieni. O le basi militari segrete. O i dischi volanti. O le basi segrete con gli alieni/i dischi volanti dentro. Ed ogni cosa viene puntualmente proposta con musiche di tensione in sottofondo, o dichiarazioni shockanti, o colpi di scena inquietanti. Stesso refrain per A caccia di Mostri, in cui ovviamente il tema centrale Š differente (non UFO, bens strane creature).

Ora, questi sono argomenti affascinanti, e m’interessano, ma non sono neanche nato ieri. Sarebbero programmi anche gradevoli (un po’ kitsch, ma avvincenti), se non fosse che non c’Š mai modo di verificare alcunch‚: le musiche accompagnano scene il pi— delle volte assolutamente normali (di fronte ad una base militare in pieno deserto, i nostri eroi si stupiscono che i soldati arrivino a vedere cosa cavolo ci fanno dei civili fermi davanti all’entrata), le dichiarazioni shockanti vengono rese da gente mai vista (e che potrebbe benissimo esser stata pagata dalla troupe), e i colpi di scena non sono mai risolutivi.

Oh, ecco. I colpi di scena, in particolare, si fanno preferire per via 1) della dimensione risibile degli ostacoli che mandano in fumo le ricerche e 2) della bizzarra puntualit… con cui si verificano, il tutto sempre ad un passo dalla verit…. No, dico, finalmente stanno per far luce sul caso d’un pozzo in cui potrebbero esserci resti alieni, ma casualmente arriva un temporale e non possono terminare la raccolta di reperti. E l uno dice: “che sfiga, non possono tornarci domani?”. No, non possono. PerchŠ? PerchŠ no, e basta. La volta dopo stanno per condurci all’ingresso di un tunnel che – dicono – si snoda per chilometri all’interno delle montagne e che condurrebbe ad una base supersegreta, ma casualmente il testimone si rifiuta di andarci. E uno dice: “E ma no, diamine, non potete farvi dire dov’Š, ed andarci voi?”. No, non si pu•. PerchŠ? PerchŠ no, e basta. E la volta dopo ancora, il robot ipertecnologico impiegato per esplorare una zona in cui vivrebbe il “mostro di turno” ha casualmente un improvviso guasto. La nuvoletta di Fantozzi a loro gli fa un baffo. Oppure la macchina fotografica lasciata nel bosco per ottenere le prove del ‘bigfoot’ casualmente non scatta alcuna foto. Ricaricarla e lasciarla l un altro giorno Š impossibile, non c’Š neanche da chiedere. O i test sui campioni faticosamente raccolti casualmente non danno risultati certi.

Ogni volta cos, in attesa d’una nuova puntata e di nuovi misteri misteriosi su cui indagare (ma non troppo, altrimenti poi di cosa parla Giacobbo?).

Scritto da Style24.it Unit

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