X Factor 2013 Mika: intervista a Vanity Fair

Dopo il coming out dell’anno scorso il giudice più amato del talent parla di omosessualità e diritti nel numero in edicola da domani 30 ottobre

Mika, la rivelazione di X Factor, il giudice più amato da colleghi, concorrenti e spettatori a casa, non ha problemi a parlare di omosessualità e lo fa (speriamo serva!) in esclusiva per Vanity Fair, nel numero in edicola da mercoledì 30 ottobre.

Ecco parte dell’intervista:

La sua è la squadra più forte, lo dicono anche gli altri giudici. La produzione vuole farla vincere? 
«Forse mi hanno assegnato le giovani perché sanno che avrei fatto meno danni di Morgan. Per le ragazze sono molto meno pericoloso di lui, non crede?».

Dopo che l’anno scorso ha deciso di dichiararsi omosessuale alcune non si danno pace. 
«Se la teoria di Kinsey è valida, cioè se davvero esiste una scala degli orientamenti sessuali che va da zero a 6, dove 0 indica un eterosessuale al cento per cento e 6 un omosessuale convinto, chi può dire dove mi trovo io in questa scala?».

Lo scorso maggio, a Parigi, ha partecipato alle manifestazioni per la legge sui matrimoni gay. 
«Ottenere pari diritti per gli omosessuali è un fatto inevitabile, nell’evoluzione umana. Si tratta solo di buonsenso». 

In Italia siamo ancora indietro. 

«Sì, è incredibile l’influenza della Chiesa. Ma se l’omosessualità non è un reato, allora che c’è di male nella parità dei diritti?». 

Lei, vuole sposarsi? 

«Se intende il matrimonio classico in chiesa, no. Ma se la domanda è: voglio avere gli stessi diritti di una coppia sposata? Sì, al cento per cento. Voglio prendermi un impegno? Sì, al cento per cento. Voglio affrontare le conseguenze del rompere quell’impegno? Sì, al cento per cento. Penso sia giusto che io abbia dei figli? Sì, al mille per cento. Penso di essere in grado di dare a un figlio amore e una buona educazione, un ambiente accogliente e libero? Sì, al mille per cento. Non ho alcun dubbio. E chi dice che ho torto non sa cosa dice, è un povero sciocco». 
Si sente pronto ad avere una famiglia? 

«Forse sì, forse no. Ma se mi proietto nel futuro, mi vedo con un sacco di bambini». 
Un sacco? 

«Il numero giusto è 4 o 5. Vengo da una famiglia numerosa e vorrei crearne una simile». 
Ma non le interessa il matrimonio. 

«In realtà non escludo di sposarmi, un giorno. Il punto è che un impegno l’ho già preso, sto con il mio compagno da sette anni». 

Come mai ha aspettato tanto a fare coming out? 

«Ho aspettato perché non ero pronto. L’ho fatto quando mi sono sentito felice. E poi, dovevo sistemare tante cose, prima. Dovevo dirlo a mia zia, a mio zio, agli amici che non lo sapevano. Dovevo parlarne con la mia famiglia e con la famiglia del mio compagno. Non era una cosa che riguardava solo me».

Scritto da Style24.it Unit

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