Una Calzedonia a me, una Calzedonia a te

Lasciamo da parte la vocina insopportabile che canta 'Sorelle d'Italia', lasciamo da parte l'inevitabile richiamo sexy della ragazza che si sveglia e si veste con gesti che di naturale hanno ben poco, lasciamo da parte le note terribili dell'Inno di Mameli, lasciamo da parte il testo terribile dell'Inno di Mameli, lasciamo da parte il nome dell'Inno che per la Lega dovrebbe andare a sostituire quello di Mameli, lasciamo da parte il fatto che un pubblicitario pensa sempre alle conseguenze del suo lavoro in termini economici, lasciamo da parte la puerile corrispondenza tra testo e immagini. Lasciamo da parte tutto questo.

La Russa, dico, ancora con 'sto pippone patriottico dell'italianità violata, della Patria da rispettare, del sacrificio degli italiani, delle donne e degli uomini che si immolano per la Patria? Per due mezze calzette?

Cioè, parliamo di valori proprio da quel pulpito scricchiolante della Casa piena di Libertà? Che a ben vedere sono pure troppe. Le libertà. Alziamo la voce per una pubblicità come questa tralasciando le altre badilate di merda?

Sarà che io ho poco senso della Patria, anzi, me ne vergogno troppo spesso, ma a questo punto spero che l'effetto boomerang di una dichiarazione come questa possa veramente giovare alla campagna Calzedonia.

Io in mezzo alle bandiere mi trovo a disagio. Di fronte all'esperimento firmato Calzedonia invece sono del tutto indifferente. Lo prendo per quello che è: un gioco attira sguardi. Ben riuscito, a questo punto.

E adesso faccio pubblicità gratuita.

Scritto da Style24.it Unit

Lascia un commento

Leggi anche
Contentsads.com