Molto rumore per nulla Teatro Eliseo di Roma Francesca Inaudi

“Solo questo posso riconoscerle di buono, che se fosse diversa da com’è, non sarebbe bella, e che, essendo com’è, non mi piace”

Molto rumore per nulla (in originale Much Ado About Nothing) è una delle commedie più amate dell’intero corpus shakespeariano.

Il tema principale – quello dello scontro tra i sessi – rimanda a La bisbetica domata, ma l’opera ambientata a Messina è forse preferita per gli scambi verbali al fulmicotone e per l’atmosfera giocosa e farsesca (nonostante alcune intrusioni dell’elemento drammatico), messa in scena dal Bardo modo cristallino e senza le riflessioni che rendono The Taming of the Shrew un prodotto artistico così analizzato nel campo dei Gender Studies.

Intrattenimento leggero e frizzante, all’insegna della spensieratezza e del wit inglese, reso memorabile da una punta di malinconia: sono gli ingredienti della spigoloso corteggiamento a suon di insulti tra i protagonisti Benedetto e Beatrice, che il noto regista casertano Giancarlo Sepe porterà sul palcoscenico del Teatro Eliseo di Roma in un’inedita versione gitana.

Dall’8 al 26 gennaio nella capitale, la produzione di Francesco Bellomo vede la partecipazione di una celebre attrice attrice cinematografica quale Francesca Inaudi (Noi credevamo, Femmine contro maschi, N – Io e Napoleone) e di Giovanni Scifoni (L’ultimo papa re, Il peccato e la vergogna, L’onore e il rispetto), affiancati da Pino Tufillaro, Daniele Monterosi, Lucia Bianchi, Mauro Bernardi, Daniele Pilli, Valentina Gristina, Claudia Tosoni, Camillo Ventola, Fabio Angeloni e Leandro Amato.

La particolarità dello spettacolo è proprio l’ambientazione, come si diceva, che prevede che il tono nobiliare-aristocratico-rinascimentale sia sostituito da un variopinto campo nomadi sito alle porte della città.

Le altrettanto grandi famiglie gipsy si riuniscono insieme attorno al fuoco per raccontarsi vicende mitiche, all’insegna di canti, danze, motti di spirito, come dichiara lo stesso regista: “Il luogo è la strada, la gente che recita è gente che vive la strada come una vera e propria casa: nomadi con le loro gerarchie, con le loro famiglie che si accampano in campi vicino alla città e la sera si raccontano storie: cantano e ballano tramandando vicende di morte e d’amore. Allestiscono lo spazio per i loro racconti, inventano sotto i nostri occhi il teatro fatto di parole e di sguardi complici e di passioni appena nate. All’aperto, sotto gli astri notturni e brillanti le nenie gitane si frammischieranno alle vicende di Benedetto e Beatrice, di Claudio ed Ero, come per raccontarle ai più giovani per la loro vita che inizia e ricordarle agli anziani che rivedranno, forse, le loro storie ingarbugliate e romantiche. Un gioco di teatro per raccontare il teatro fatto di passione, e favola”.  

Scritto da Style24.it Unit

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