Mindful eating: cos’è, come praticarla e benefici

Per dimagrire la sola dieta non basta, bisogna essere consapevoli di sé e padroni delle proprie emozioni. Come funziona la mindful eating.

Cosa è la mindful eating? Hai presente quando le provi proprio tutte, ma i kg della bilancia non accennano a diminuire? In alcuni casi questo potrebbe avvenire perché, spesso dimagrire può essere anche una questione di testa. A dirlo è Jan Chozen-Bays pediatra e monaca buddista che negli Stati Uniti è considerata l’ideatrice del programma del mindful eating, che consiste in esercizi di meditazione applicati all’alimentazione.

Secondo questa teoria non siamo spinti a mangiare solo dalla fame, ma anche per altri fattori quali distrazione, noia, premio o punizione. La mindful eating lavora sulla nostra mente, cercando di capire quale tra queste sia la causa scatenante del nostro appetito. Vediamo insieme come funziona questa nuova frontiera della dieta.

Cos’è la mindful eating

Gli studi hanno individuato sette tipi di fame corrispondenti ad altrettanti bisogni. Riconoscere noi stessi in uno o più di questi tipi di fame può aiutarci a compiere il primo passo verso una dieta efficace. Ma perché dovrebbe funzionare?

Secondo questa disciplina, riconoscere e quindi curare la causa scatenante del nostro appetito può aiutare a sbloccarci e a risolvere non solo i nostri kg in più sulla bilancia, ma anche a trovare un po’ di pace a livello mentale.

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Fame della bocca

Tra i sette tipi di fame, ovviamente, troviamo anche la fame della bocca. Nonostante la presenza delle papille gustative, se mangi di fretta è improbabile che tu senta i sapori di ciò che hai nel piatto. La bocca quindi, cercherà altro con cui soddisfare la sensazione di fame, durante la giornata.

Tramite la mindful eating quindi, dovrai prenderti il tuo tempo per assaporare al meglio il cibo. Inoltre è consigliabile preferire cibi più sani a quelli industriali, perché oltre ad essere fondamentali per una dieta equilibrata e che porti a perdere peso, hanno più sapore.

Fame degli occhi

Un primo tipo di fame è la fame degli occhi. Secondo la teoria del mindful eating, potresti guardare il piatto ma non vederlo, perché la tua mente è distratta da altro. Questo “altro”, potrebbe essere lo smartphone o la tv, che porterebbero a farti mangiare senza accorgertene. A fine pasto, distratta dai fattori appena elencati, ti sembrerà di non aver mangiato. Non ti sarai gustata il piatto.

Quale sarebbe la soluzione? La mindful eating propone di prestare attenzione alla preparazione e a curare la presentazione del piatto che andrai a mangiare. Se gli occhi saranno sazi, poi lo sarà anche il tuo stomaco.

Fame del naso

L’olfatto è considerato il secondo tipo di fame da prendere in considerazione. Secondo la teoria della fame del naso, siamo portati a bramare determinati cibi solo per il loro buon odore. Dobbiamo quindi prendere consapevolezza di questo fatto, per evitare di abbuffarci.

Praticando quindi la mindful eating, imparerai a riconoscere le sensazioni olfattive dalla vera e propria fame. Come fare? Prova a tappare il naso mentre mangi il parmigiano. Scoprirai che, senza odore, questa pietanza perde il suo gusto. Un esercizio meditativo invece, potrebbe essere quello di sedersi a tavola e assaporare con gli occhi chiusi, tutti gli odori presenti nel piatto. Esercizio da ripetere anche durante il pasto. Anche in questo caso, soddisfacendo il tu olfatto, soddisferai anche il tuo stomaco.

Fame dello stomaco

La fame dello stomaco sembra essere tra le più complesse da gestire. Per questo organo non si tratta di sapori oppure odori, e neanche di vista. In questo caso si tratterà di sensazioni di pienezza o vuoto. Ma se sembra un meccanismo molto facile, in realtà è ostacolato da qualcosa di complesso da gestire, le emozioni.

Ti sarà capitato di mangiare per nervosismo. Lo stomaco infatti risente moltissimo dello stress e reagisce cercando il cibo per calmarsi. In questo caso la mindful eating consiglia di mangiare con molta calma, per dare tempo di comprendere a te stessa e di conseguenza al tuo stomaco, se quella che senti è vera fame oppure no.

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Fame delle cellule

La fame cellulare si percepisce quando, in rari casi, si riesce ad ascoltare molto bene i bisogni del proprio corpo. Oppure in situazioni in cui questo è messo sotto sforzo come durante uno sport o una gravidanza. In questi casi sarà il corpo stesso a lanciarci dei segnali.

Il consiglio della mindful eating è ascoltare il tuo corpo ed assecondarlo se ti verrà voglia di mangiare qualcosa di insolito, perché nella maggior parte dei casi, significherebbe la carenza di una sostanza nutritiva.

Fame della mente

La fame della mente è tra i tipi di fame che più dobbiamo imparare a controllare. Si parla di fame della mente quando a tavola si tiene troppo conto delle calorie da ingerire. In questo modo perderai il vero senso del mangiare, il vero piacere, e mangiare non risulterà appagante.

Il trucco per la mindful eating è non lasciarsi condizionare e soprattutto lasciare andare i pensieri sul cibo. Semplicemente dovrai godere di ciò che avrai nel piatto. La sensazione di sazietà arriverà in men che non si dica. Non avrai quindi perso tempo a contare ogni caloria, finendo per non sentirti sazia.

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Fame del cuore

La fame del cuore è quella generalmente legata ai vuoti affettivi. In mancanza di calore, o letteralmente dolcezza, la cerchiamo nel comfort food o nei dolci. Alimenti non proprio salutari che, però, fungono da coccola.

Il consiglio della mindful eating per imparare a domare la fame del cuore è, letteralmente, quello di coccolarti. Potresti quindi prenderti cura della postazione su cui deciderai di mangiare e cucinare qualche buona ricetta. Se anche dopo le attenzioni che avrai riservato a te stessa sentirai l’impulso di mangiare per riempire il vuoto, cerca di controllarlo bevendo dell’acqua.

Mindful eating: il benessere della mente

Alimentazione e salute sono legate e la salute è inevitabilmente legata anche al benessere della mente. È quindi fondamentale imparare ad avere il controllo di queste tre cose, non solo per qualche kg in meno sulla bilancia o per affrontare seri problemi alimentari (per i quali è sempre altamente consigliato rivolgersi ad uno specialista). Ma anche per imparare a conoscersi un po’ meglio.

Mangiare sano, non vuol dire necessariamente mangiare senza sapore. Spesso, come in questo caso, può significare imparare ad assaporare davvero i veri sapori della tavola.

Scritto da Arianna Giago

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