Marco Della Noce: il comico di Zelig costretto a vivere in auto

Marco Della Noce, 59 anni, comico di Zelig, costretto a dormire nell’auto dopo la separazione dalla moglie: gli è stata pignorata la partita Iva, ha perso il lavoro ed è in depressione.

La vicenda

Cabarettista

Dramma per Marco Della Noce, attore e doppiatore cinematografico conosciuto e apprezzato per le sue performance comiche a Zelig nei panni del capomeccanico Oriano Ferrari – dal nome della nota casa automobilistica -, che prendeva gusto a fare scherzi all’automobilista Shochmacher – in realtà il campione Schumacher, anche lui in pessime condizioni, dopo l’incidente accadutogli sugli scii il 29 dicembre 2013 -. A seguito della separazione dalla moglie e su richiesta della stessa, a Della Noce è stata pignorata la partita Iva per pagare gli alimenti per il mantenimento dei tre figli ed ora è costretto a vivere in auto, dopo essere stato sfrattato dalla sua casa a Lissone, in provincia di Monza e Brianza. Tutto ciò perché i servizi sociali a cui ha chiesto aiuto, finora non hanno potuto offrirglielo. Il pignoramento ha rappresentato un colpo durissimo per la visibilità professionale del cabarettista, ora 59enne e per 35 sulle scene: non ha più un lavoro e quindi naturalmente non può nemmeno pagare gli alimenti alla ex consorte, quelli per cui sono iniziati i suoi guai. In più l’attore comico è caduto in una profonda crisi depressiva.

I dettagli e le dichiarazioni

Dalla TV all'auto

Commentando la situazione in cui si trova, Marco Della Noce ha dichiarato: “Mai avrei pensato che dopo trentacinque anni trascorsi a fare ridere la gente mi sarei trovato a piangere per una situazione veramente difficile che non auguro a nessuno”. Intanto attende l’aiuto richiesto ai servizi sociali, i quali gli hanno promesso che a giorni dovrebbero trovargli una sistemazione più dignitosa. Ha raccontato che, quando gli comunicarono l’avvenuto pignoramento, stava girando una scena con Massimo Boldi e fu “un fulmine a cielo sereno”. Questo provvedimento, ha spiegato Della Noce, “ha quasi azzerato la mia visibilità professionale. Le televisioni e le agenzie mi hanno chiuso la porta in faccia così come molti colleghi hanno preferito ignorarmi”, anche se per fortuna qualcuno gli è rimasto vicino. Ai giudici, che gli “hanno segato il futuro lavorativo”, il comico ha presentato ricorso, chiedendo anche alla moglie di rivedere la cifra che le doveva, viste le precarie condizioni economiche in cui si trova, e attende una risposta. A causa di tutti questi problemi, l’uomo ha cominciato a soffrire di depressione ed è in cura presso l’ospedale milanese di Niguarda. Se non altro gli è rimasto l’affetto dei suoi figli, che, ha detto Della Noce, sono stati “la vera forza che mi ha fatto andare avanti”.

La solidarietà

Il comico è grato ai titolari e ad alcuni avventori di un bar di Lissone, il Real, che gli hanno prenotato una camera il un albergo. Si è schierata dalla sua parte anche l’Associazione Papà Separati in Lombardia, che da anni si occupa di casi simili. Il vicepresidente Renato Aprile ha definito i papà separati “i nuovi poveri della nostra società”, a causa di “mogli pretenziose” e dell’ “accanimento dei giudici”.

Scritto da Alessandra Boga

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