Chi era Gustav Klimt: storia del pittore austriaco

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Gustav Klimt ha cambiato la storia dell’arte contemporanea attraverso la nota secessione viennese.

Una presa di posizione netta nei confronti dell’Accademia delle Belle Arti che lo ha reso un personaggio fondamentale.

Chi era Gustav Klimt

Gustav Klimt (Vienna, 14 luglio 1862 – Vienna, 6 febbraio 1918) è stato un pittore austriaco, uno dei più significativi artisti della secessione viennese. Cresce con i sei fratelli, il padre orafo e la madre cantante lirica, che trasmette poi la passione artistica ai figli. Frequenta le scuole ordinarie e successivamente la scuola d’arte e mestieri dove inizia a sviluppare un gusto personale e alcune tecniche artistiche.

Questa scuola gli permette infatti di passare dalla lavorazione della ceramica al mosaico passando per lo studio della storia dell’arte. Gli bastano pochi anni prima di ricevere la prima commissione che consiste nella decorazione del cortile di un museo importante di Vienna.

Gli vengono affidate successivamente numerose decorazioni che svolge insieme al fratello e un amico guadagnando notorietà.

La secessione viennese e il periodo aureo

Ad un certo punto il suo percorso artistico smette di seguire quello accademico e insieme agli amici e colleghi fonda la “Wiener Sezession”, ovvero la secessione viennese. I diciannove artisti creano un manifesto del gruppo pubblicato su un periodico di 96 numeri. Il loro obiettivo è quello di portare una sorta di rinascita artistica che non segua uno stile impostato ma che possa includere correnti diverse.

Durante questi anni riceve commissioni dall’Università di Vienna che gli chiede di realizzare la decorazione di un soffitto. La collaborazione in realtà crea non poco scandalo e viene rifiutato il progetto di Klimt il quale proponeva dei corpi nudi raccolti in pose sensuali. Nonostante il rifiuto riesce a proseguire in questa direzione con il “Fregio di Beethoven”.

Fondamentale poi il viaggio a Ravenna che gli permette di scoprire i mosaici d’oro del periodo bizantino che influenzerà non poco il suo stile artistico. Realizza seguendo quest’idea alcuni dei suoi capolavori più noti tra cui “Ritratto di Adele Bloch-Bauer I” e “Il bacio”. Si contraddistingue così il suo “periodo aureo” che dura fino agli anni ’10, prima della sua crisi esistenziale e artistica.

Il nuovo stile può spontaneo e fluido

Con il mito della Belle Epoque ormai pronto a tramontare e una guerra mondiale pronta a scoppiare, l’artista viennese entra completamente in crisi. La sua arte in questo periodo sente le influenze di artisti come Van Gogh o Matisse che pongono le basi del suo nuovo periodo maturo. Fondamentale inoltre la pittura espressionista che lo portano a realizzare paesaggi molto vicini a quelli di Claude Monet.

Il suo nuovo stile determina la ricerca di una modalità espressiva più spontanea e colorata, che mette in secondo piano l’uso dell’oro. I suoi progetti vengono esposti alla Biennale di Venezia e all’Esposizione Internazionale di Arte di Roma. La sua attività si interrompe quando si ammala di influenza spagnola e muore nel 1918.