‘Grazie’, ‘mi dispiace’ e ‘per favore’: le parole che aprono il cuore

Condividi

Vivere, a volte, è complicato.

Se non riusciamo a risolvere i nostri problemi, finiamo con il perdere il dono più grande che ci è stato concesso: la vita. Quando eravamo bambini non avevamo nessuna preoccupazione; passavamo il tempo a sorridere, a guardarci intorno, a dormire e mangiare. Non ci serviva altro: niente impegni o responsabilità. Nessuno che ci giudica. Nessuna preoccupazione. Amore puro per la vita, illusione, entusiasmo… pace.
Durante il processo di crescita, di maturità, per vari motivi finiamo col perdere questa capacità di entusiasmarci.

Ci poniamo alcune regole, che ci rendono molto difficile raggiungere la felicità. “Sarò felice quando…” e qui di seguito elenchiamo le cose che ci mancano o che crediamo ci siano utili. Non ci rendiamo conto di possedere già la chiave per la felicità. E’ dentro di noi. Tuttavia siamo imprigionati in un costrutto psicologico che ci rende degli zombie, eccetto che per quei 15 giorni di agosto e per quei 53 sabato all’anno (la domenica non conta, per lo stress che già ci assale al pensiero del lunedì).

In altre parole, godiamo di soli 70 giorni su 365 che compongono un anno solare. Viviamo solo il 20% del tempo totale. E cosa succede durante l’80% rimanente?

Desideri star ben anche gli altri giorni? Hai il coraggio di “pagarne il prezzo”? Spero di sì. Ne vale la pena. Seguimi! Forse questa frase ti sarà di aiuto.

“Quando parla il cuore non sta bene che la ragione trovi da obiettare”. Milan Kundera

La chiave per iniziare a vivere la vita con pienezza è Aprire il tuo cuore, ascoltare di più. In verità, non è la “ragione”, che è un’ottima compagna di viaggio nella vita, a impedirci di essere felici, quanto piuttosto le paure che la ragione cerca di controllare. E la paura è difficile da controllare.

Come apro il mio cuore? Confidando nella vita, nelle persone, nell’amore, nella libertà, nell’entusiasmo. C’è una paura inerente al momento dell’apertura.

E se mi si ritorce contro? E se divento vulnerabile? Tutti hanno trascorso momenti di quel tipo. Ci siamo sentiti traditi, indignati e le conseguenze di questo tradimento si ripercuotono sul nostro agire futuro.

La realtà è che nessuno ti può tradire. Sei tu a tradire te stessa nel momento in che cui decidi che un’altra persona ha il potere di controllare le tue emozioni ed i tuoi sentimenti. La soluzione a questo? Appropriati delle tue emozioni e lasciati guidare da loro nelle tue azioni.

Le parole che aprono le porte

Ci sono molte parole che aprono le porte del nostro cuore e del cuore degli altri. In primo luogo, è importante applicarle a noi stessi. Tutti hanno amato, incondizionatamente, il proprio figlio, il partner, la famiglia. Se tu vuoi, tu ami, ammiri, capisci, rispetti… Ci sono centinaia di parole che possiamo dire a noi stessi e agli altri per aprire il cuore.

Ce ne sono molte di parole, ma ne utilizziamo solo tre: Grazie, Mi dispiace e Per favore.

Spesso queste parole vengono male interpretate, quando in realtà esse, davvero, aprono le porte della nostra umanità, del benessere e dell’amore.

GRAZIE

Grazie è la parola che meglio riesce a cambiare rapidamente il nostro stato emotivo. Genera endorfine immediate. Ci porta a capire la fortuna che abbiamo, per il semplice fatto di esistere. Ci tengo a ricordare che non sono i nostri beni, ma, la nostra esistenza. Siamo venuti al mondo, nudi, vulnerabili, e la vita è responsabile di averci dato quell’amore infinito e incondizionato verso le nostre risorse naturali e l’amore dei nostri genitori.

Ricordati di questo ogni mattina quando ti svegli, e ricordalo agli altri, attraverso questa parola, senza la necessità di azioni specifiche. Si tratta semplicemente di apprezzare l’esistenza di altri esseri umani..

Mi dispiace

Chiedere scusa è un atto fondamentale per riconoscere la nostra umanità.
La nostra capacità di amore infinito è capire la nostra vulnerabilità come punto di partenza per la nostra evoluzione sulla terra. La comprensione di qualcosa che è vero e buono, farà evolvere la nostra capacità di imparare.

La richiesta di perdono si articola in tre parti, come affermato da Randy Pausch nelle sue conferenze:

  • Mi dispiace. Verbalizza con empatia il tuo errore.
  • Non succederà. Condividi, con onestà, la tua intenzione di non ripeterlo.
  • Come posso rimediare. Ripara i possibili danni.

Per favore

Chiedere per favore riconosce il valore dell’azione, della richiesta che fai ad un’altra persona. Essa sprigiona empatia e comprensione per lo sforzo. L’espressione ‘per favore’ deve essere incondizionata, senza aspettarsi nulla in cambio per renderla autentica.

Se l’altra persona decide di non fornire il suo tempo e fatica, il rispetto deve continuare comunque, per tenere il cuore aperto.

L’insieme di queste tre parole genera dei legami, invisibili e visibili, tra gli esseri umani e ci porta all’evoluzione dell’umanità e all’apprendimento. Vi consiglio di prestare attenzione alle conseguenze che queste parole hanno sugli altri. Vi assicuro che a beneficiarne sarà la vostra vita e il vostro benessere.

Ma prima di dirle agli altri, comincia dicendo ogni giorno queste tre parole a te stesso. Vedrai come la tua vita si aprirà al mondo attraverso il tuo cuore.