In un periodo difficile quale quello dell’Italia che si sta unendo, Edmondo de Amicis partecipa attivamente attraverso l’azione militare e il giornalismo di guerra. Ma è quando si stabilisce a Torino che raggiunge il cuore di tutti attraverso la sua opera più celebre, intitolata per l’appunto “Cuore”.
Chi era Edmondo de Amicis
Nato nel 21 ottobre nell’attuale città di Imperia, si trasferisce in Piemonte a soli due anni. Frequenta le scuole elementari a Cuneo per proseguire gli studi nel collegio militare di Torino. All’età di sedici anni dunque si prepara per entrare nell’Accademia Militare di Modena per cui passerà diverso tempo prima di lasciare con il ruolo di sottotenente.
Trasferendosi a Firenze decide di diventare giornalista militare iniziando a scrivere per l’organo ufficiale del ministero della guerra “L’Italia militare”. Il percorso lo riavvicina alla guerra e riprende il percorso anche attraverso un’azione concreta.
Intorno al 1870 abbandona completamente le azioni militari per dedicarsi alla stesura delle sue esperienze di viaggio. Tra questi ricordiamo Spagna (1872), Ricordi di Londra (1873), Olanda (1874), Marocco (1876), Costantinopoli (1878/1879), Ricordi di Parigi (1879). Di grande importanza il suo viaggio in Argentina, raccontato nel romanzo “Sull’Oceano”.
Il grande successo di “Cuore”
L’opera si ispira alla vita quotidiana dello scrittore. Negli anni di vita a Torino infatti osserva i figli Ugo e Furio e scrive “Cuore”, l’opera che gli ha portato maggiore successo. Viene pubblicato nel 1886 dalla casa editrice Treves come libro per ragazzi per il suo carattere pedagogico-educativo.
Il libro si sviluppa su tre diversi livelli: il primo è il diario di un ragazzo proveniente da una famiglia borghese, Enrico Bottini, che racconta la sua esperienza di terza elementare nell’anno scolastico 1881-82 presso una scuola di Torino; il secondo è di tipo epistolare che vede uno scambio tra il padre ed Enrico, e infine il livello narrativo , con i « racconti mensili » del maestro elementare, sempre interpretate da fanciulli. I tre livelli sono uniti da un sentimento profondo, che anima la tensione educativa e morale della storia.
Vita privata e ultimi anni
Gli ultimi anni sono difficili, soprattutto per la morte della moglie Teresa, alla quale era molto legato nonostante il rapporto difficile. Si sono scatenate spesso tra i due litigate furiose, che si pensa abbiano contribuito a causare il suicidio del figlio Furio. Mentre l’altro figlio, Ugo, si isola in montagna vivendo di passeggiate. Questi eventi portano quindi lo scrittore a cambiar casa, trasferendosi da piazza San Martino in un piccolo studiolo dell’appena terminata via Pietro Micca e poi a lasciare Torino definitivamente.
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