Donne politiche famose che hanno cambiato la storia dell’Italia

Sono tante le donne politiche famose che hanno cambiato la storia d'Italia: ecco coloro che hanno lottato per i diritti di tutti noi.

L’8 marzo si festeggia la giornata internazionale della donna e per l’occasione abbiamo deciso di dare uno sguardo alle figure femminili che hanno avuto un ruolo importante in politica. Quali sono le donne che hanno combiato la storia d’Italia? Grazie a loro abbiamo raggiunto importanti traguardi.

Donne politiche famose

Sono tante le donne che hanno contribuito, in ambito politico, a cambiare la storia d’Italia. Figure femminili che hanno lottato per poter dare un contributo, tutelare e promuovere la democrazia, la libertà e i diritti di tutti noi. Donne che hanno ricoperto e ricoprono ancora oggi ruoli politici e istituzionali di rilievo nazionale, donne che hanno sfidato e continuano a farlo pesanti pregiudizi.

Parlando di donne politiche famose non possiamo che partire da Nilde Iotti, prima a ricoprire la carica di presidente della Camera dei deputati per ben tre legislature, dal 1979 al 1992. Storica compagna di Palmiro Togliatti, indimenticabile segretario nazionale del PCI, Nilde ha ricevuto tante critiche soprattutto per la sua storia amorosa.

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Prima senatrice italiana

La prima senatrice nella storia repubblicana italiana è Lina Merlin. Nata il 15 ottobre del 1887 a Pozzonovo, in provincia di Padova, viene eletta membro dell’Assemblea Costituente nel 1946. Lina, all’anagrafe Angelina, si è sempre schierata a favore dei diritti delle donne. Molto importante è il contributo alla stesura dell’articolo 3 della Carta costituzionale italiana. Questo sancisce la base giuridica per il raggiungimento della piena parità di diritti tra uomo e donna: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.

Il nome di Lina, inoltre, è legato alla legge 75/1958, conosciuta come Legge Merlin, con cui è stata abolita la prostituzione legalizzata in Italia.

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Prima ministra italiana

La prima ministra della Repubblica italiana è Tina Anselmi. Nata il 25 marzo del 1927 a Castelfranco Veneto, viene nominata ministro del Lavoro e della Previdenza sociale nel governo Andreotti III il 29 luglio 1976. Successivamente viene scelta come ministro della Sanità nei governi Andreotti IV e V. La Anselmi è fra i principali autori della riforma che ha introdotto il Servizio Sanitario Nazionale.

Come se non bastasse, viene nominata anche presidente della Commissione d’inchiesta sulla loggia massonica P2 e riceve l’onorificenza di cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. Non solo, Tina ottiene anche il Premio Articolo 3 come: “riconoscimento all’attività svolta durante tutta una vita spesa – anche a rischio della medesima – al servizio della libertà e dei valori di uguaglianza sanciti proprio dall’articolo 3 della nostra Carta Costituzionale”.

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L’instancabile Emma Bonino

Emma Bonino, leader del Partito Radicale, è ancora oggi una delle figure politiche italiane più importanti, famose e apprezzate in tutto il mondo. Nonostante le precarie condizioni di salute, è attualmente molto attiva in politica e continua a battersi per quelli che sono sempre stati i suoi ideali. Emma viene eletta diverse volte deputata alla Camera e al Parlamento europeo.

Dal 1995 al 1999 ricopre la carica di commissario europeo e nel 2006 viene nominata ministro del Commercio internazionale e delle Politiche europee nel Governo Prodi II. In seguito è ministro degli Affari esteri della Repubblica Italiana nel Governo Letta. La Bonino è stata anche: membro del comitato esecutivo dell’International Crisis Group, ideatrice e promotrice della Corte Penale Internazionale e delegata per l’Italia all’Onu per la moratoria sulla pena di morte.

La leader del Partito Radicale ha avuto un grande alleato, Marco Pannella. Proprio con lui ha combattuto e vinto numerose battaglie a favore dei diritti civili, dei diritti umani e dei diritti gay: dall’aborto al divorzio, passando per la legalizzazione delle droghe leggere e l’eutanasia fino alla fecondazione assistita.

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Le donne sindaco d’Italia

Parlando di donne italiane che hanno ricoperto la carica di sindaco, la prima è Ada Natali. Dal 1946 al 1959 è ‘prima cittadina’ del Comune di Massa Fermana, in provincia di Fermo. La donna, conosciuta dai suoi concittadini come “la maestra Ada”, viene anche eletta deputata nelle liste del Fronte Popolare (PCI – PSI) nel 1948.

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Il 1946 è la volta di un’altra donna: Ninetta Bartoli. Il comune che la vede diventare sindaco è quello di Borutta, in provincia di Sassari.

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Dal 1987 al 1990 è Maria Magnani Noya a prendere le redini della città di Torino. Classe 1931, partecipa attivamente alle battaglie per l’introduzione del divorzio e dell’aborto nella legislazione italiana. La Magnani Noya è stata anche: sottosegretaria al ministero della Sanità nei governi Spadolini I e Spadolini II (1981-1982), parlamentare europea dal 1989 al 1994 e dal 1992 al 1994 vicepresidente del parlamento europeo.

In tempi più recenti, a vestire la fascia tricolore sono state: Letizia Moratti a Milano, Rosa Russo Iervolino a Napoli, Virginia Raggi a Roma e Chiara Appendino a Torino.

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Scritto da Fabrizia Volponi

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