Delri nipponici: in vacanza con la fidanzata virtuale

Masahiro Mifune è un tranquillo vecchietto di Atami, in Giappone. Ha lavorato per quasi quarant'anni per una agenzia d'assicurazioni, ed ora si gode la pensione. Nella sua vita ne ha viste tante, e ormai – come ripete sempre alla moglie – ci sono poche cose in grado di stupirlo.

Come ogni mattina, Masahiro esce di casa e passa a trovare l'amico Kintaro, che fa il fioraio giù all'angolo.
Di solito non c'è molta gente, ma stavolta il negozio è pieno. Interessato, Masahiro entra: una decina di ragazzini, molti dei quali occhialuti e tutti provvisti di una di quelle nuove diavolerie moderne, quegli stranofoni dal nome assurdo (Hai-pon? Nai-fòn? Masahiro non ricorda), attendono il loro turno.
“Vorrei tre rose per la mia ragazza” dice uno. E Kintaro, sorridente, l'accontenta.
“Vorrei dei gigli, alla mia ragazza piacciono i gigli” dice un altro.
“Le viole! Le ha, le viole?” chiede un terzo.
Kintaro sorride e soddisfa le richieste di ogni ragazzino, che se ne va con in una mano i fiori e nell'altra lo stranofono.
Masahiro nella sua vita ne ha viste tante e sa cos'è l'amore; in più, non vuole disturbare Kintaro, lo vede impegnato, perciò saluta con la mano l'amico ed esce.

Mentre cammina, incrocia altri ragazzini. Alcuni mandano baci allo stranofono, altri pigiano i tasti con rabbia, altri ancora parlano tra loro, si mostrano gli stranofoni e ridono.

Ah, l'adolescenza è l'età della piccola follìa, pensa Masahiro, e prosegue.

All'improvviso uno dei ragazzini lo ferma. “Scusi, saprebbe dirmi dove posso trovare un cinema? Alla mia ragazza, qui, piacerebbe vedere un film”. Masahiro alza un sopracciglio. La tua ragazza qui? Ma… sei da solo!, pensa. Lancia una rapida occhiata in giro, ma di ragazzine neanche l'ombra. Nella sua vita, però, ne ha viste tante, quindi non ci bada e dà al ragazzino le indicazioni richieste. Il giovincello ringrazia e se ne va.

Masahiro prosegue la sua passeggiata quotidiana. Svolta l'angolo, e quasi sbatte contro la schiena d'un altro giovanotto. Alza gli occhi e nota che davanti all'albergo più grande della cittadina c'è ressa. Tutti giovani armati di stranofono. Diavolerie moderne, riflette Masahiro. Nella sua vita ne ha viste tante, scuote la testa, fa per andarsene… poi ci ripensa. Ne ha viste tante, ma ora è curioso, quindi entra.
Nella hall c'è un andirivieni di adolescenti eccitati, che ridono e gridano e corrono e discutono. Parlano delle loro ragazze, di quanto siano belle e gentili e di quante cose sappiano fare. Masahiro, perplesso, si guarda attorno e corruga la fronte: ci sono solo maschi. Le uniche donne sono le dipendenti dell'hotel, che sorridono cortesi ed annuiscono garbate ai clienti. Sempre più confuso, Masahiro si avvicina ad una signorina per chieder lumi. Lì c'è un giovane (con stranofono) che le sta domandando dov'è il ristorante. La risposta della signorina lascia stupito Masahiro: “Se tu e la tua ragazza volete seguirmi, vi ci porto io”. E se ne vanno.
Masahiro, sempre più sorpreso, decide di seguirli, ma si ferma raggelato davanti alla vetrina del ristorante: seduti ai tavoli ci sono solo singoli maschi con stranofono, coi camerieri che domandano: “Cosa volete tu e la tua fidanzata?”. E là accanto – incredibile – i ragazzini, con la sola compagnia dello stranofono, si fanno fotografare alzando due dita in segno di vittoria, e chi scatta le foto commenta: “Ma come siete belli insieme, proprio una bella coppia!”.

Masahiro rimane lì, con gli occhi sgranati. Devo essere impazzito, pensa. Meglio che torni a casa.
E così fa.
Non ne fa parola con sua moglie, ma rimugina sulla questione per tutto il giorno e tutta la notte. Forse dovrei farmi ricoverare, riflette stancamente. Forse ho le traveggole. Domani chiamo il medico.

Il giorno dopo, stralunato, apre il giornale e legge questa notizia.
E capisce che il matto, almeno stavolta, non è lui.

Scritto da Style24.it Unit

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