Cern, l’acceleratore Lhc di Ginevra Š partito: ho le prove dell’imminente apocalisse

Stamattina mi si è fermato il motorino: ragioni ignote. Stamattina ho mal di testa: ragioni ignote. Stamattina mi sento appesantito, come se qualcosa mi stesse tirando giù nel regno degli inferi: ragione chiara, colazione abbondante. Stamattina il cellulare mi è caduto due volte: ragioni ignote, si sospetta mano addormentata. Stamattina Milano è un gran casino, macchine in ogni dòòve: ragioni chiare, sono finite le vacanze. Stamattina ho visto tanta gente con la faccia incazzata: ragioni ingote, ma comprensibili.

E se invece tutto questo trambusto fosse dovuto all'acceleratore che è entrato in funzione? Paura eh… dicono tanto che per ora sta andando tutto bene ma noi sappiamo bene che non è così. In questo momento mi sento un po' come uno dei tanti divi di Hollywood che conoscono la verità ma non vengono mai ascoltati. Mi chiameranno al momento opportuno, so bene che prima o poi mi troverò a discutere con Silvio delle misure d'emergenza da adottare. So altrettanto bene che, appena spiegate al presidente, lui mi abbandonerà a terra e volerà via con l'aereo presidenziale. Tanto ovunque vada sarà un gran casino anche per lui: non avrà un luogo dove atterrare.

E' il momento di esporre le mie teorie. Se avete domande sono a disposizione. Non per altro, è anche giusto che sappiate di che morte dovrete morire. Sarà dolorosa? No, vi sentirete solo risucchiati. Tipo tazza del cesso. Avete presente quando buttate un ragnetto nel wc e poi – con  crudeltà inaudita – tirate lo sciacquone? Eh, quello. Per questo io schiaccio sempre l'ospite indesiderato prima di gettarlo, per evitargli un'inutile sofferenza.

Ah, vi parlavo della mia teoria. Eccola. Diventeremo tutti delle ciliegie, sono pienamente d'accordo con il biochimico Otto Rossler. So che potreste non capire, ma non temete: la parte più importante è solo quella che riguarda le ciliegie. 
Professore, lei ha chiesto al Cern una conferenza sulla sicurezza, ma le sue paure sono state giudicate infondate. E' pentito?
«Ho un’idea e una preoccupazione, ma evidentemente loro sono più intelligenti di me!».

Scherzi a parte?
«E’ una questione di psicologia: se la maggior parte degli scienziati sostiene che non ci sono pericoli, allora tutti seguono l’opinione generale».

Il Cern, comunque, ha pubblicato un «report»: non le è bastato?
«Nessuno ha risposto alla mia teoria».

Lei immagina la Terra trafitta da tremendi fasci di energia e divorata da una serie di mini-buchi neri, cresciuti nel suo grembo a causa dell’LHC: da dove nasce questo scenario?
«Ho elaborato la prova della non-evaporazione dei buchi neri, smentendo il modello noto come “Hawking evaporation”».

Così lei sovverte molti principi fisici: c’è qualche collega che le dà ragione?
«All’inizio pensavo di essere stato il primo a sollevare dubbi sul teorema di smaterializzazione, ma mi sbagliavo. Vladimir Belinski, professore alla Sapienza di Roma, ha pubblicato una ricerca simile due anni fa, un anno prima della mia. E lui ha lavorato a Mosca con il cosmologo Jakob Zeldovich, leader della scuola russa sui buchi neri».

Non ha preso abbagli?
«Nessun errore. Tutta la questione nasce da Einstein, che aveva l’abilità di vedere cose mai pensate prima, ma il difetto di non arrivare alle conclusioni estreme. La mia scoperta è legata alla relazione spazio-tempo».

Provi a spiegare.
«Quando il tempo è rallentato di un fattore doppio, lo spazio è due volte più grande. Le mie equazioni lo provano, ma nessuno, finora, l’aveva evidenziato. E’ su questa base che dimostro che i black holes alla fine del tunnel spazio-tempo non evaporano».

Lei si aspetta molti buchi neri, giusto?
«C’è da aspettarsi un milione di black holes in una decina di giorni».

Come li produrrebbe l’LHC?
«Sappiamo che nell’acceleratore si scontrano fasci di protoni a energie altissime e che all’interno ci sono particelle più piccole, i quarks: lo scenario è che due quarks si avvicinino così tanto da generare un black hole, confermando la Teoria delle Stringhe».

Che forma avrebbero i buchi?
«Non a forma di punto, ma probabilmente ad anello. Ma esiste anche una teoria alternativa, la “fractal space time theory” di Mohamed El Naschie: il buco nero sarebbe un oggetto frattale».

E le dimensioni?
«All’inizio minimali, poi si verificherà un fenomeno come quello delle trottole».

Vale a dire?
«Assisteremo all’auto-organizzazione delle strutture, simile a quella dei buchi neri che alimentano le quasars e le nano-quasars: la differenza è che nel primo caso la materia ha un nucleo di miliardi di masse solari e due “jets” energetici, mentre nel secondo la massa è di una-due volte quella del Sole. In ogni caso, basteranno 50 mesi per divorare la Terra».

Non vede difese?
«Potremmo provare a inviarli nello spazio, ma non avremmo abbastanza energia».

Come arriverebbe la fine?
«La Terra verrebbe ingoiata e si restringerebbe a una pallina: come una ciliegia».

Scritto da Style24.it Unit

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