Agevolazioni assunzioni donne 2021: gli sgravi previsti dalla manovra

Fabrizia Volponi

Fabrizia Volponi nata ad Ascoli Piceno nel 1985. Laureata in "Scienze Storiche" e in "Scienze Religiose", sono da sempre appassionata di lettura e di scrittura. Divoro libri e li recensisco sul mio Blog Libri: medicina per il cuore e per la mente. Lasciatemi in una libreria, possibilmente piccolina e vintage, e sono la donna più contenta del mondo.

Tag: donne
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Le agevolazioni assunzioni donne, in via sperimentale per il 2021 e il 2022, raddoppia lo sgravio introdotto dalla Legge Fornero.

Pertanto, non si tratta di una manovra del tutto nuova. Chi sono i destinatari della norma? Cosa cambia in materia di contributi?

Agevolazioni assunzioni donne 2021

Ad oggi, il tasso di occupazione femminile è al 49,3%, ben 18 punti indietro rispetto agli uomini. Un dato che, a causa dell’emergenza Corovirus, è peggiorato. Eppure, anche nel 2021 sono previste agevolazioni per tutti i datori di lavoro che decidono di assumere donne.

La manovra dell’anno corrente non di discosta molto dalle precedenti. La Legge Fornero, sin dal 2013, prevede “una riduzione del 50% dei contributi a carico del datore che assume lavoratrici in determinate condizioni”.

Le condizioni per le quali sono previsti sgravi riguardano donne:

  • sopra i 50 anni, disoccupate da oltre dodici mesi, ovunque residenti;
  • di qualsiasi età, residenti in una delle aree ammissibili ai finanziamenti dei fondi strutturali europei (Basilicata, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna e altre zone destinatarie di aiuti) e prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi;
  • di qualsiasi età con una professione o di un settore economico caratterizzati da una accentuata disparità occupazionale di genere (individuati dal Dm 16 ottobre 2020).

    La lavoratrice deve essere priva di impiego da almeno sei mesi.

  • di qualsiasi età, ovunque residenti, prive da almeno 24 mesi di impiego regolarmente retribuito.

Contributi: cosa cambia

Ai datori di lavoro che assumono personale di sesso femminile viene riconosciuta una riduzione contributiva totale, fino ad un importo massimo di 6 mila euro l’anno. Lo sgravio, però, viene riconosciuto solo in determinate circostanze:

  • in presenza di un contratto di lavoro a tempo indeterminato;
  • nel momento in cui si trasforma a tempo indeterminato contratti a tempo determinato (anche in somministrazione).

La riduzione dei contributi vale per 18 mesi, a partire dalla data di assunzione. La manovra 2021 sottolinea: “Le assunzioni devono comportare un incremento occupazionale netto calcolato sulla base della differenza tra il numero dei lavoratori occupati rilevato in ciascun mese e il numero dei lavoratori mediamente occupati nei dodici mesi precedenti”.

La Fondazione consulenti del lavoro specifica che il datore di lavoro che fa richiesta degli sgravi deve rispettare alcune condizioni: “Non superare il limite massimo di 800mila euro (per impresa o al lordo di qualsiasi imposta o altro onere) complessivi, (…) non può essere concesso a imprese in difficoltà al 31 dicembre 2019 o che abbiano incontrato difficoltà o si siano trovate in una situazione di difficoltà successivamente, a seguito dell’epidemia Covid-19”.