Zelig, nulla Š cambiato

Sono via per qualche giorno, faccio girare un po' di post vecchi. Odio i blog fermi. Comunque sia torno presto, vè. In questi giorni non escludo nemmeno un post al volo.

I frequentatori del mio vecchio blog mi perdoneranno, ma vorrei tornare sull’argomento per aprire un dibattito con i nuovi arrivati.
Poco tempo fa, chiaccherando con Natalino Balasso, artista di grande intelligenza, ho riflettuto sul fenomeno Zelig.
Prima di lasciarvi alle parole di Balasso dico la mia su Zelig Circus: mi fa pena vedere una trasmissione che anni or sono ha cambiato il modo di fare tv ridotta ad un luogo dove si ripetono ogni santa sera gli stessi tormentoni che, personalmente, mi hanno fatto ridere – e neanche tutti – solo le prime volte.

Dirò di più: l’esibizione di cabaret che vive esclusivamente sull’attesa della frase tormentone mi mette solo una gran tristezza. Attendo la prossima edizione, sperando nelle nuove reclute…

Ecco le affermazioni di Balasso sulle quali ho riflettuto.

La TV poco intelligente
Noto che in Tv è sempre più difficile proporre cose nuove e intelligenti. Non mi sono mai voluto reputare un “impiegato televisivo” e così ho deciso di allontanarmi da essa, mantenendo solo i contatti con la Gialappa’s: sono gli unici a proporre una comicità ancora intelligente. Per il resto si nota un appiattimento comico-artistico.

 

Zelig in tour mi ha scioccato
Zelig in seconda serata mi era congeniale, sentivo che era arrivata una ventata d’aria fresca in tv. Poi si è trasformato in un varietà, al pari dei pacchi di Bonolis-Pupo: e questo Zelig a me non piace. Sono rimasto scioccato il primo anno che hanno organizzato “Zelig in Tour”, ancora ai tempi della Hunziker. Mi sono rifiutato di partecipare: 15mila persone pigiate nelle piazze guardavano un maxischermo per vedere cosa succedeva sul palco: l’atto di morte del cabaret live.

I Vip “prostitute”
Zelig è stata una bella parentesi, ma di una carriera che si è sempre nutrita di teatro e continuerà a farlo. Ad essere sinceri credo che il cabaret sia la più bassa tra le forma di comicità: continuerò a prediligere il monologo teatrale. E poi non farò mai parte di quella televisione fatta di televendite-vip: coloro che la fanno si “prostituiscono”. Ad essere sinceri anche Claudio Bisio, ogni tanto, si “prostituisce”. Non ho certo intenzione di subire questa umiliazione: dichiaro amore eterno al teatro, meno popolare ma più intelligente e sincero.

Scritto da Style24.it Unit

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