Tutta la vita davanti, il cinema italiano e l’Elogio della Sfiga

Ieri sera mi sono sdoppiato, ed ho seguito un po' il Wild della Signorina Chicazzè su Italia 1 e un po' il film Tutta la vita davanti su Canale 5.

Ecco, due paroline su "Tutta la vita davanti" le spenderei. Mi farò dei nemici, probabilmente, ma d'altronde codesto blog è nato per criticare.

Vado? Vado.

Il cinema italiano, salvo rari casi, m'annoia. No, così non è sufficiente, aspettate che riprovo.

Il cinema italiano, salvo rari casi, non lo reggo proprio. Oh, ecco, meglio.

Molto, troppo spesso rispecchia quel tipo di cultura che ho l'ardire di definire Elogio della Sfiga: psicodrammi a non finire, personaggi mediocri e/o inetti, situazioni d'una tristezza rara, atmosfere senza speranza.
Personalmente apprezzo un certo tipo di raffinato cinismo, di malinconico disincanto, non il puro masochismo.

Ormai nutro più di qualche dubbio sul cinema nostrano. Sembra che non si possa/debba/voglia proporre altro a parte le proverbiali menate esistenziali alla Muccino, compreso tutto quel sottobosco di film 'impegnati-politicizzati' (che personalmente detesto), e le commediole leggere (es. i cinepanettoni).

Il sempreverde Elogio della Sfiga, fateci caso, non manca mai. Ogni storia, con lievi differenze, viene trattata in modo eccessivamente pesante e melodrammatico. Oh, guarda, la vecchia insegnante vedova e menomata con figlio quarantenne disoccupato ed alcolizzato a carico che abita in un povero appartamentino di periferia con la pensione minima e viene accudita dalla badante slava con problemi familiari e con l'amico disadattato che va ai cortei di sinistra che conduce una vita grigia e monotona finchè non incontra il ragazzo timido ma educato che però una sera viene accoltellato da un rapinatore e muore nell'indifferenza generale… tutto così.

In mancanza di fondi/risorse, si fa quel che si può, me ne rendo conto. Però sono stanco del solito film scalcagnato sugli adolescenti/universitari in bolletta/trentenni disadattati (il famigerato filone del realismo), o sulle disgrazie amorose delle famigliole borghesi (Muccino), o sulle disavventure boccaccesche degli italiani in vacanza (Vanzina). Anche perchè quando s'è tentato di proporre altro, s'è dimostrato di saperci fare (Non ci resta che piangere, Mediterraneo, La vita è bella, persino El Alamein, o Montalbano per la tv).

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Scritto da Style24.it Unit

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