Take That, amati dalle fan italiane come 15 anni fa: report della conferenza stampa di “Progress”

Abbiamo shockato i Take That. Al Principe di Savoia, hotel scelto per il loro incontro con la stampa qualche ora prima della partecipazione a X Factor, decine di ragazze hanno atteso con ansia e per ore il passaggio dei loro beniamini. Insomma: dopo 15 anni nulla è cambiato per la fan italiane.

Jason stesso ha ammesso:

“Le fan italiane sono fantastiche. Alcune di quelle che sono qui sotto ad aspettarci le ho riconosciute. E’ incredibile, sono le stesse che erano sotto il nostro albergo 15 anni fa. Voi italiane crescete decisamente meglio!”

Ma non è l’unica cosa che ha stupito il quintetto inglese (eh sì, ‘quintetto’, visto che il folletto Robbie Williams è tornato a far parte della squadra). Il disco infatti sta andando molto bene, così come il concerto di Milano – che potrebbe avviarsi verso il sold out ci fanno sapere -. Un ritorno in grande stile per la formazione che ha animato i sogni di migliaia di ragazzine negli anni ’90.

Tornare a fare musica insieme è stata una specie di “terapia di gruppo”, ci ha confessato Mark (che appena arrivato in sala è passato a salutare tutti i giornalisti presenti, uno per uno): i Take That hanno infatti iniziato a confrontarsi e a scambiarsi opinioni sulle canzoni che stavano nascendo. E hanno anche iniziato a raccontare le loro emozioni e quello che provavano.

Può sembrare una cosa banale, ma bisogna considerare che 15 anni fa tutti erano così assorbiti dal turbine del successo che ognuno viveva una specie di vita a sè – pur stando insieme 24 ore su 24 -. Iniziando a lavorare così giovani in un progetto costruito a tavolino erano stati risucchiati in un vortice forse più grande di loro e non potevano avere le armi per difendersi: i problemi che tutti quanti hanno avuto dopo lo scioglimento ne sono dimostrazione.

Vederli adesso invece fa una certa tenerezza: sono uomini, hanno quasi quarant’anni, dei figli. Diciamo che adesso si gustano un po’ di più questa nuova avventura. Ha spiegato Gary che il disco non ha affatto “intenti nostalgici”, ma vuole essere un vero e proprio passo in avanti. “Progress”, appunto.

Il 7 dicembre verrà inoltre pubblicato un documentario sulla realizzazione del disco, “Look Back, Don’t Stare: A Film About Progress. Devo dire che il film è molto interessante, dato che mostra tutti i retroscena della realizzazione del disco. C’è però un “buco temporale”: infatti pare che Robbie dopo aver inizialmente accettato la reunion abbia poi deciso di non farvi parte.

Cosa è successo?

Ce lo ha spiegato proprio il diretto interessato:

“Quando mi era stato chiesto di rientrare nella formazione ero entusiasta, ma il 2006 è stato un anno pesante. Ero stato in clinica per disintossicarmi e i medici avevano scoperto che ero malato – io non sapevo che lo fossi-. Poi però sono guarito grazie ad alcune cure. A Los Angeles vivevo tranquillo, potevo uscire per strada con il cane senza che nessuno mi riconoscesse. Ma volta tornato a Londra però è ricominciato tutto daccapo e mi sono chiesto se volessi davvero farlo”

Robbie mi era sempre sembrato completamente diverso, non immaginavo avesse avuto così tanti problemi ad affrontare il palco e soprattutto i fan. Gli auguriamo di stare bene in questa sua veste ritrovata, insieme agli altri quattro ragazzi. D’altronde se si sono riuniti nonostante le avversità è perchè “ci sono dei fili invisibili che ci legano, e sono davvero molto forti”.

Scritto da Style24.it Unit

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