Super Bowl 2018: Justin Timberlake e Pink star della serata

Olga Luce

Olga Luce, nata a Napoli nel 1982, è diplomata al liceo classico. Scrive di cronaca, costume e spettacolo dal 2014. Il suo motto è: il gossip è uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo (quindi tanto vale farlo bene)! Ha collaborato con Donnaglamour, Notizie.it e DiLei. Oggi scrive per Donnemagazine.it

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Justin Timberlake al Super Bowl 2018 ha letteralmente invertito la tendenza degli ultimi anni.

Dopo i magniloquenti e luccicanti show di primedonne del calibro di Madonna, Lady Gaga e Kate Perry, Justin Timberlake si esibisce in una performance delicata e intimista, che rende omaggio a Prince, nato 60 anni fa nella città dove ogni anno si celebra l’evento.

Justin Timberlake al Super Bowl

La performance di Justin Timberlake al Super Bowl ha fatto breccia nei cuori dei milioni e milioni di americani che ogni anno rimangono incollati davanti ai teleschermi per guardare uno degli spettacoli più attesi dell’anno: l’esibizione di uno dei maggiori artisti americani durante uno dei maggiori eventi sportivi degli Stati Uniti, se non il maggiore in assoluto.

Armato soltanto del pianoforte e della sua voce, Justin Timberlake ha ripercorso attraverso 10 brani del suo repertorio quasi l’interezza della sua carriera dal momento in cui si sciolsero gli N’Sync. Il culmine dello show è stato costituito dall’omaggio a Prince, la cui immagine è stata proiettata su un immenso telo bianco srotolato sul palco mentre lo stadio si illuminava di viola. Il Super Bowl si tiene ogni anno a Minneapolis, città in cui Prince nacque esattamente sessant’anni fa.

Lo show, durato meno di quindici minuti, com’è consuetudine, è stato un susseguirsi di canto, ballo e coreografie in pieno stile Timberlake, che ha voluto puntare sulle principali caratteristiche del proprio talento senza ricorrere a fantasmagoriche attrezzature di scena.

Le performance degli anni passati

Ogni anno si sintonizzano sull’halftime show del Super Bowl almeno 110 milioni di telespettatori. Lo show, quindi, deve essere pienamente all’altezza delle aspettative o addirittura, deve riuscire a superarle.

A dar prova del loro talento per le cose fatte in grande negli anni appena passati furono Madonna, con il suo show letteralmente faraonico, Katy Perry che si presentò in scena su un gigantesco leone metallico per iniziare lo show con il singolo “Roar”, e infine Lady Gaga, che entusiasmò gli spettatori con una performance provocatoria e luccicante.

I Red Hot Chili Peppers e Bruno Mars, che si esibirono l’anno passato, non sfiorarono nemmeno il record stabilito da Katy Perry e rimasto imbattuto anche quest’anno: oltre 118 milioni di telespettatori.

Pink canta l’inno americano

E’ tradizione che durante il Super Bowl un artista di grido sia chiamato a cantare l’inno americano. Quest’anno l’onore è toccato a Pink, ma contrariamente al collega Timberlake, pare che la rockstar non sia stata all’altezza del compito.

Innanzitutto Pink ha sputato il chewingum in diretta e, come se non bastasse, è stata accusata di aver preso qualche sonora stecca, tanto sonora da far rimpiangere l’esibizione di Gaga, che al tempo fu tecnicamente perfetta in ogni sua parte.

La cantante si è giustificato dicendo di aver preso il raffreddore dai suoi due figli ma i commenti sui social, anche da parte di utenti italiani, non sono mancati e sono stati impietosi.