La minigonna: la storia del capo più in tendenza di sempre

L'origine e la storia della minigonna, il capo di abbigliamento che ha segnato una nuova era per tutte le donne del mondo.

Impossibile resisterle: la minigonna è in assoluto IL capo di abbigliamento che più fa innamorare le donne. Ricco di storia e di simboli, la minigonna è diventata molto presto l’emblema dell’emancipazione femminile, dando inizio a una vera e propria rivoluzione per tutte le donne del mondo.

La sua storia e il suo successo sono assoluti e non possono essere dimenticati: vedremo insieme tutti i passaggi che hanno fatto di questo capo di abbigliamento uno dei trend più amati della storia.

La prima minigonna della storia

Quella che oggi è indossabile liberamente da chiunque senza alcun tipo di limitazione, vede la sua origine negli anni ’60.

La minigonna, infatti, nasce verso gli inizi del 1960: fu Mary Quant la stilista che per prima ne realizzò una, dopo che decine di ragazze londinesi le chiedevano di accorciarle sempre di più. La Quant aveva una boutique a Londra, Bazaar, che si trovava nella King’s road.

Era evidente che la moda stava cambiando e con essa la voglia di scoprirsi sempre di più. Le ragazze giovani, infatti, si erano stancate di vedersi ricoperte di strati di tessuti fino alle caviglie dalla comodità discutibile e, per tale ragione, nutrivano il fortissimo desiderio di liberare le gambe e lasciarle così respirare.

Fu la nuova generazione a cambiare la moda, tant’è che Mary Quant in persona dichiarò: “È stata la strada a inventare la minigonna”.

L’ascesa e il successo della minigonna

Quando oggi ci troviamo a parlare di emancipazione femminile e di lotta contro l’oggettificazione del corpo delle donne, la minigonna è sicuramente una delle prime immagini che ci salta alla mente.

Il successo di questo capo di abbigliamento fu molto rapido: dai primissimi anni ’60, la minigonna non solo divenne il desiderio delle giovani ragazze di strada, ma colpì anche la comunicazione giornalistica che ne facilitò l’ascesa nell’abbigliamento quotidiano e soprattutto nella moda elitaria.

Tra coloro che contribuirono all’estremo successo della minigonna, lei: Twiggy. La modella (all’anagrafe Twiggy Lawson), icona di stile e di moda dagli occhi grandissimi e il fisico asciutto, divenne ben presto il simbolo delle giovani avanguardiste che distruggevano l’idea della donna formosa e mamma. Grazie a Twiggy, dunque, la minigonna divenne la tendenza a cui tutte le ragazze non potevano assolutamente rinunciare!

Se gli anni 60 sancirono la minigonna a simbolo indiscusso della lotta al maschilismo e alla fine dell’oggettificazione del corpo femminile, negli anni ’70 ci fu un’inversione di tendenza non di poco conto. Il capo di abbigliamento, infatti, divenne ben presto oggetto di critica da parte delle stesse femministe, le quali ne traslarono l’immagine di “libertà” fino a quel momento promossa, a un’immagine negativa legata all’idea della “donna oggetto”.

Con gli anni ’80 le critiche andarono via via calando, tant’è che rivediamo la minigonna in versione “rah rah skirt“, un modello di gonna decisamente più coprente e più comoda e non più attillata come agli inizi degli anni ’60.

Dagli anni ’90 ai giorni nostri

Verso gli anni ’90 le case di moda più lussuose cominciarono a inserire nelle loro collezioni proprio le gonne. Yves Saint Laurent, Karl Lagerfeld, Gianni Versace; furono davvero tantissime le maison pronte e rilanciare uno dei capi di abbigliamento più amati e discussi della storia.

Oggi la vediamo ovunque e in tantissime versioni, colori e decorazioni; la minigonna rimane un pezzo unico da avere nel guardaroba, adattabile a ogni contesto e occasione e soprattutto simbolo indiscusso di libertà.

Sapevate che nel 2015 è stata istituita la giornata mondiale della minigonna? Cade ogni anno il 6 giugno: da segnare in calendario! L’idea è nata da Rachid Ben Othman, Presidente della Lega in difesa della Laicità e della Libertà, e dall’attivista femminista Najet Bayoudh, in segno di protesta contro un atto di discriminazione nei confronti di una studentessa algerina alla quale era stato impedito di sostenere un esame a causa della sua gonna ritenuta “troppo corta”.

Fortunatamente oggi ogni donna ha la possibilità di indossare la mini gonna quando e come vuole, sebbene ci siano ancora circostanze in cui l’indumento che si indossa si colleghi – ingiustamente – ad atti imperdonabili.

Scritto da Marta Mancosu

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