Stefania Prestigiacomo, Mara Carfagna e le altre ragazzacce di Silvio. Che la nuova fronda arrivi dalle donne?

A parte la scissione finiana, peraltro resa vana dal tradimento di due donne – Polidori e Siliquini, l’entourage berlusconiano in questi anni ha dato prova di compattezza granitica e ha offerto l’imbarazzante spettacolo di una corte di leccapiedi intenti a omaggiare e riverire il Capo, in un’infinita gara a chi dimostra maggiore fedeltà e servilismo.

L’unico vero segno di aperta ribellione, subito rientrato ma non del tutto sterile, è arrivato da una delle persone più insospettabili, la ministra Carfagna, vera creatura di Berlusconi che l’ha elevata dalle ribalte televisive della mattina allo scranno ministeriale. È storia recente, di qualche settimana fa: quando Mara annunciava dimissioni multiple – dal governo, dal Pdl e dal parlamento – e definiva il suo partito un “comitato d’affari”.

Ora arriva la clamorosa protesta della ministra Stefania Prestigiacomo, bionda siciliana alla guida del dicastero dell’Ambiente, ormai in rotta con diversi esponenti del partito, che annuncia il passaggio al gruppo misto, per adesso conservando l’incarico ministeriale. Da Palazzo Chigi nella notte arriva un comunicato che tenta di derubricare l’incidente parlamentare a monte della vicenda a uno “spiacevole malinteso”, ma le cose non sembrano affatto così semplici, e la Carfagna in soccorso della collega rincara: “Sbagliato sottovalutare l’accaduto, nel partito non si presta ascolto alle idee diverse”.

Scelte dal premier in virtù della loro gradevolezza estetica, come veline della politica ed elementi decorativi a cui affidare compiti da portavoce del verbo berlusconiano, le donne di Silvio sembrano essere meno servili e remissive dei loro omologhi maschi, la cui critica più ardita nei confronti del Cavaliere non è mai andata oltre la prudentissima definizione di “troppo generoso”.

Del resto Mara e Stefania non sono esattamente nuove ai distinguo rispetto al loro pigmalione: la prima ne prese le distanze quando si scatenarono le polemiche su una battuta omofoba del premier, la seconda – con ben più coraggio – ruppe la linea in occasione del referendum sulla fecondazione artificiale.

Con ogni probabilità anche questa volta rientrerà tutto con una pacca sulla spalla (o sul sedere) del sultano, ma chissà che invece il prossimo ribaltone non provenga dalle Silvio’s girls. Sarebbe una nemesi meritata per il Cavaliere, che ha sempre trattato le donne come delle bamboline d’arredo, e una bella soddisfazione per chi ha sempre creduto che l’ingresso delle signore in politica potesse produrre importanti elementi di novità, e che finora invece si è dovuto accontentare di tristi replicanti dei Cicchitto e dei Gasparri.

Scritto da Style24.it Unit

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