Splice in dvd: Adrien Brody torbido scienziato in un film moralista

Essendo uscito da pochissimo il dvd di Splice mi sembrava interessante dare un’opinione sul film, di modo che l’eventuale acquirente potesse farsi un’idea e trasformare o meno la propria disposizione in azione effettiva.

Come i più accorti di voi sapranno, il regista del film in questione, Vincenzo Natali, si fece notare quasi una quindicina di anni fa con Cube, quel film di fantascienza a bassissimo budget, tutto ambientato in stanze di forma cubica che ottenne un buon riscontro di critica e pubblico. Non era certamente un capolavoro ma si trattava  di un buon mix di fantascienza cospirativa, dramma da camera e psicologia paranoica: in più gli effetti speciali, quei pochi che erano presenti, non erano realizzati male, cosa che non guasta mai nei film di genere.

Dopo il debutto però il nulla (qualcuno si ricorda per caso di Cypher? Ecco) se non qualche serie televisiva: la situazione si manteneva stabilmente misteriosa fino a questa estate, quando nelle sale italiane comparve questo Splice, annunciato come storia torbida e scandalosa sui limiti della scienza e della potenza generativa umana. Chi andò al cinema comprese quasi subito davanti a cosa si trovava: un bel pippone moralista.

La trama: due scienziati specializzati nella creazione di ibridi decidono di varcare il limite della conoscenza e realizzano un ibrido umano-animale. Nasce Dren, creaturina inizialmente simpatica dalle apparenti fattezze antropomorfe, e i due stabiliscono di allevarla in gran segreto per studiarla. Ovviamente la convivenza porterà a galla tutte le storture della scienza, e degli uomini, quando decidono di sostituirsi a Dio.

Riassunta così velocemente la storia non sarebbe affatto male, e in effetti bisogna riconoscere al film il coraggio di aver affrontato delle questioni scottanti; il regista mantiene anche una certa tensione durante la prima parte (esemplare ed impressionante la scena in cui i due ibridi si lanciano uno contro l’altro, con gran dispendio di sangue), ma è nella seconda che il tutto inizia a scadere. Gli spunti interessanti sono presenti, come la fascinazione per la propria creatura – fascinazione incestuosa – e il più classico dei triangoli epidici, ma viene appiattito terribilmente dallo sguardo estremamente semplificato e moralista con cui viene tratteggiata la questione scientifica di fondo: il più trito ammonimento da film horror – “stai attento, non curiosare troppo e non avere pulsioni sessuali e forse arrivi alla fine del film” – diventa qui un bieco “scienziato, stai al tuo posto e non ti accadrà nulla di male”.

Dal punto di vista del sottotesto il film è quindi decisamente lineare; a ciò si deve aggiungere la prestazione svogliata e poco coinvolta e coinvolgente dei due protagonisti, Adrien Brody e Sarah Polley, che, in un film basato molto sulla psicologia dei personaggi, pregiudica notevolmente il risultato finale. In definitiva Splice non è un brutto film, parte da un’idea originale e per tutta la prima parte funziona; ciò che davvero non funziona è il modo in cui viene sviluppata l’idea base, ovvero nel più piatto e banale degli avvertimenti sul giusto limite della conoscenza.

A voi quindi decidere se vale la pena o meno spendere i vostri sudati euro e il vostro prezioso tempo sulla pellicola descritta; e magari fateci conoscere la vostra opinione!

Scritto da Style24.it Unit

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