Sesso tra adolescenti: la grande balla televisiva dei ragazzini depravati e della ragazzine puttane

La settimana scorsa Bruno Vespa ha invitato nel suo salotto televisivo Marzio Barbagli, uno dei sociologi italiani più autorevoli, per illustrare i dati di una vasta ricerca diretta dal professore di Bologna sui comportamenti sessuali degli italiani, un po' sulla falsariga del famoso rapporto Kinsey, la prima vera indagine di questo tipo, che negli anni Cinquanta scandalizzò l'America rivelando a una società apparentemente molto bigotta e conservatrice uno scenario imprevedibile di rapporti prematrimoniali, masturbazione maschile e femminile, omosessualità e pratiche sessuali non esattamente ortodosse.

Questa volta è andata un po' all'inverso, nel senso che ci si aspettava chissà quali libertinaggi e "trasgressioni routinizzate" e invece niente di tutto ciò, la ricerca di Barbagli certo descrive un'Italia secolarizzata e disinibita, lontanissima dalla morale sessuale predicata dalla Chiesa, ma anche parecchio distante da Sodoma e Gomorra. In particolare per quanto riguarda gli adolescenti i dati smentiscono quell'immagine costantemente offerta dai media, e da reportage giornalistici più ansiosi di fare scandalo che cronaca, di totale banalizzazione del sesso, che verrebbe praticato con la stessa leggerezza con cui si ordina una bibita.

Tanto per citare una delle variabili più significative, l'età media della "prima volta", il valore relativo ai maschi è stabile da quasi ottant'anni e si posiziona intorno ai 17 anni e mezzo, mentre quello relativo alle ragazze è in costante ma moderato calo, e comunque molto lontano dai 16 anni svedesi, e si aggira intorno ai diciotto anni e mezzo. Ma soprattutto, a prescindere dall'età, molto spesso la prima esperienza sessuale risulta l'espressione fisica di un rapporto sentimentale intenso, che si considera importante, e non un giochino erotico dove si sceglie il partner con il gioco della bottiglia.

Ovviamente questi dati nascondono una varietà di comportamenti molto diversi tra loro, per banalizzare: dentro ci sta chi vive la prima esperienza sessuale a 14 anni come chi la vive a 30, ma certamente quel mondo adolescenziale che ama rappresentare la televisione, per scandalizzare il suo pubblico adulto e anziano, dominato da teenager che fanno sesso manco fossero in un film porno viene completamente smentito.

E infatti anche durante la trasmissione il nostro Bruno, che aveva preparato il suo bel servizietto con interviste ad adolescenti dal volto oscurato che ripetevano quello che l'intervistatore si voleva sentir dire: cioè la formuletta magica degli ascolti "sesso, droga e rock 'n roll", è rimasto interdetto. Del resto la vocazione della televisione, e dei media in generale, è quella di fare ascolti, e nulla desta più interesse e curiosità morbosa del sesso fra giovani, anche tra il pubblico bacchettone che tanto si può sempre compiacere con quell'atteggiamento di ipocrita e falso moralismo che spesso i media assumono quando affrontano questi argomenti.

Insomma, come al solito la televisione ci mostra una sola parte della realtà, quella che le conviene di più in termini di successo tra il pubblico e di apprezzamento da parte delle gerarchie politiche ed ecclesiastiche. E quando si parla di adolescenti niente è più conveniente della rappresentazione di una realtà popolata da ragazzini depravati e ragazzine puttane: gli ascolti sono garantiti e si dà pure occasione al politico o al vescovo di turno di parlare a vanvera di decadimento dei valori e di gioventù corrotta.

Scritto da Style24.it Unit

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