Sara Tommasi film: il porno e il suo pubblico di sfigati e misogini

Parliamo ancora di chi scarica il film porno di Sara Tommasi (e di chi ha cercato quello di Belen): qual è il loro rapporto con l’altro sesso e la loro idea di donna? E come mettono insieme il disprezzo per le pornostar con la loro passione?

Sui motivi che conducono le persone a vedere i porno, ho idee abbastanza all’antica, forse non troppo originali ma secondo me convincenti: si tratta di un pubblico di single per scelta degli altri o di accoppiati infelici e insoddisfatti, che cercano nella visione del sesso praticato da attori professionisti un surrogato a quello non praticato, o praticato poco e male, da loro.

Un’altra questione ampiamente dibattuta riguarda invece l’immagine che il mondo dell’hard dà della donna e del rapporto tra i sessi. In questo caso c’è un certo accordo nel sostenere che le pellicole a luci rosse – quasi invariabilmente prodotte e dirette da uomini per un pubblico sostanzialmente maschile – ricalchino i peggiori stereotipi improntati al più antiquato maschilismo e al più ridicolo machismo.

Se ne può discutere, ovviamente, ma quel che mi pare certo – al di là del sottotesto dei film – è che il pubblico dei porno è esattamente così: maschilista fino al punto da sfiorare la misoginia. Basta leggersi i commenti al film di Sara Tommasi, di cui abbiamo parlato ieri, o i discorsi in rete sull’altro video che fece scalpore qualche tempo fa, quello di Belen Rodriguez (tra l’altro rubato e illegale), per accorgersene. Il consumatore abituale di porno infatti disprezza le attrici hard oggetto del suo desiderio, le considera poco meno che delle pervertite, mentre di solito nutre sentimenti di ammirazione per i porno divi, secondo la più classica delle doppie morali sessuali.

È una storia vecchia come il mondo: da una parte ci sono le puttane, in cui il porno-dipendente inserisce anche le attricette dei suoi film preferiti, che sono una categoria di subdonne, prive di qualsiasi diritto e dignità e da sfruttare solo come oggetti di piacere sessuale; e dall’altra parte ci stanno tutte le altre donne, tendenzialmente degne di rispetto, sulle quali tuttavia grava il perenne sospetto che siano come le prime (a eccezione, ovviamente, della mamma e della sorella).

Insomma chi si guarda i porno in genere non è molto diverso da chi va a prostitute la notte e di giorno fa il marito e il padre esemplare, sforzandosi di recitare un ruolo da famiglia del Mulino Bianco. A parziale giustificazione dei fan del porno, possiamo notare come la società nella quale viviamo sia dissociata almeno quanto loro: con un alternarsi continuo di allusioni e inviti al sesso e di anatemi e condanne moralistiche.

P.S. per chi è in cerca del video: occhio che, come avverte la collega Valentina Biffi, scaricandosi il filmetto è molto facile beccarsi un virus e mandarsi in pappa il pc. Sarà una sorta di legge del contrappasso del web?

(In alto, un’immagine del backstage del film – da Reality e Show).

Scritto da Style24.it Unit

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