Sanremo 2010, pagellone politicamente scorretto della finale

Eccoci qui, se anche voi vi trovate davanti alla tv a guardare la finale di Sanremo sappiate che non è un buon segno. Anzi. Dai, siete ancora in tempo, organizzatevi per uscire. Siete ancora qui? Va bene, allora che si parta pure con il pagellone della finale.

Ne ho lette tante in giro sul vincitore e sulla vincitrice di questa edizione. Al momento spero solo una cosa, che gli ascolti non siano più alti di quelli di Bonolis. Ma così dicendo ho già perso in partenza. Si parte con la sigla dell'Eurovisione, buona serata.

E via con i bambini, Io Canto docet. Poverini, loro ce la mettono anche tutta. Non commento per non essere scurrile già ad inizio puntata. Rimane il fatto che questa coreografia da strada fa cagare. L'ho detto. Lunga vita al Festival. Ma anche no.

La Clerici finalmente si è sciolta, rimane quanto più di nazional popolare esista; forse proprio per questo i dati le danno ragione. Non me lo sarei mai aspettato, giuro. L'unica nota positiva, al momento, rimane la promessa di finire la serata presto. Che poi, pensateci bene, una presentatrice che chiama l'applauso ogni 4 minuti non l'avevo mai vista. Nemmeno in campeggio.  

Oh, se avete già una vostra classifica fate pure. Non vale mettere per primi Pupo e Filiberto.

Valerio Scanu. La faccia sbattuta non gli manca, il ragazzuolo ha patito la settimana sanremese. Ah, dovevo dire qualcosa della canzone? Uguale alla prima serata, una lagna degna dell'arena di Amici. Ha anche un retrogusto di Gigi D'Alessio. La vedrei bene in quella bocca partenopea, soprattutto il ritornello. Gli manca solo l'accento napoletano. Detto tra noi, l'acuto che ha sparato nel finale mi ha fatto intravedere un piercing sulla lingua. Confermate?

Noemi. Manco ci fosse ancora lo zampino di Tomassini, l'xfactorina proprio non si sa vestire. Allora non era colpa del coreografo più inutile della tv. Noiosa, la canzone è solo noiosa. Rimane la sua bellissima voce, ma non basta. Ah, un'altra cosa: la sua modestia è assolutamente apprezzabile, ma ormai è poco credibile. E basta.

La simpatia ostentata e innaturale della Clerici già mi ha annoiato.

Marco Mengoni. Oh, a me un riff rockeggiante solleva sempre lo spirito. Lo sappiamo, la canzone non è bella ma mette in risalto la sua particolare voce. Un televotino, se fossi in voi, lo sprecherei per lui. No, io non lo faccio, ho il cellulare sul tavolo di fianco alla frutta. Non ci arrivo. Da notare che si deve essere tirato una microfonata sul labbro mentre cantava. Oppure si è dato un morsettino alla lingua. Sanguina.

Povia. Il trucchetto della polemica non funziona più. Un anno va bene, poi basta. Meglio tornare ai bambini e ai piccioni. Sono d'accordo con lui comunque, il Festival della Clerici è del tutto normale. Appunto. L'unica cosa che poteva tenerlo vivo, ai miei occhi, sia ben chiaro, era l'anormalità.

Mettetevi comodi, da scaletta il Festival finirà all'una. Sappiatelo. E poi avverto le menti del Festival. Guardate che se fate un tributo a Jacko e non a Bongiorno la gente si incazza. Io vi ho avvertito. 

Malika Ayane. E' la favorita, quindi non vincerà mai. Lei mi piace, la sua voce solitamente non mi fa cambiare stazione radio. La canzone è studiata sul target sanremese. Ma a pensarci bene è anche uguale a molte suoi 'parti' precedenti. Allora è lei che è tarata sul target sanremese. Minchia, da domani cambierò stazione radio al solo annuncio. 

Irene Grandi. Dico solo una robetta veloce: questa canzone è già passata talmente tante volte in radio che già non la sopporto. Spaventosamente orecchiabile. Spaventosamente. Irene ha fatto il suo sporco lavoro. 

Momento popcorn. Quando riprenderò a scrivere le dita scivoleranno sui tasti. Perdonate i refusi, colpa dei cosetti scoppiettanti. 

Pupo, Filiberto e Canonici. Sciopero del pagellone. Ho mandato la polizia ma il pagellone non vuole saperne. 

Irene e i Nomadi. E' ingiudicabile per una semplice ragione. La credibilità di una figlia di papà è sempre pari a zero. Mi spiace dirlo ma in questi casi i meriti sono sempre invisibili. I Nomadi sempre apprezzabili.

Uh, uh, c'è la Cuccarini nuda. L'avevano annunciata mesi fa, mi ero dimenticato di questo momento. Eh? Quale momento?

Dai scherzo. Posso dire una cosa? C'è la mano di Tomassini in tutto questo. Stavolta gli faccio i complimenti.

Simone Cristicchi. Mi piace questo suo ritorno alle origini, si stava perdendo nell'impegno sociale che fa bene ma non sempre rende giustizia. Un bel testo per una canzone divertente. Giusto per togliere un po' di banalità alla tristezza dell'amore sanremese.

Arisa. Yaaawn. Urge rinnovamento. Viste la sue caratteristiche vocali e fisiche mi sembra impossibile. Quindi teniamocela così, ma uno sbadiglio non me lo toglie nessuno. Proverò a far ascoltare la canzone a mio figlio, potrebbe apprezzare.

Attendo con ansia i tre finalisti. Ansia. Vabbè. Intanto ci dobbiamo vedere questa cosa pietosa dei complimenti in famiglia. Complimenti promozionali. Che schifezza.

Ecco in scena la risposta della Clerici a Io Canto. Si era incazzata Antonella, Gerry è servito. Bravi, bravi, bimbi. Ma quanti cazzo siete?

I finalisti. Roba da non credere. Mengoni, Scanu e quei tre che non nomimo nemmeno. L'Ariston è una bolgia. A ragione, oltretutto. Non si poteva finire meglio. Tanto di cappello all'orchestra, schifata. A questo punto votate Mengoni. Che Pupo sia con voi. Sarò qui fino alla fine per vedere il vincitore, ma per favore non fatemi commentare.

Qualcuno ha cambiato canale? C'è il Costanzo Show. E un'altra patetica esibizione di italica battaglia di fischi su argomenti seri messi in caciara. 

Il trio rischia di vincere. Io rischio di svenire. 

Pubblicità, poi la verità. 

Lo strapotere della De Filippi. Ho la nausea. 

Scritto da Style24.it Unit

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