Sanremo 2010, meno male che c’è Carla Bruni (e Antonio Cassano, pagato 150.000 euro)

Confesso che la prima serata del festival non l'ho seguita: tra la nuova puntata del Dr. House su Italia uno, la partita del Milan su Sky e Guido Bertolaso a sorpresa nel salotto di Ballarò, non ho proprio trovato tempo per le canzonette sanremesi. Ho fatto giusto in tempo ad assistere all'imbarazzante intervista ad Antonio Cassano, uno a cui hanno scritto due libri chiedendogli di metterci il nome che, con tutta probabilità, non si è nemmeno letto. Tra l'altro sfuggono i motivi per cui un giocatore che palesemente non è Maradona, che non ha vinto nulla e milita in una squadra di modeste ambizioni, debba essere trattato come una star. E pagato centocinquantamila euro per farfugliare, in un italiano imbarazzante, quattro fesserie. Non si poteva farlo intervistare gratis da quelli della Domenica sportiva?

Ieri invece mi sono messo d'impegno e ho visto buona parte della seconda serata festivaliera. E ancora una volta mi sono chiesto perché se ne parli tanto, con fior di intellettuali ed editorialisti a scrivere sui giornali analisi sui vestiti della Clerici o sui testi delle canzoni. Si tratta di un semplice, in parte riuscito, spettacolo televisivo di varietà, tutto qui, si può tranquillamente parlare d'altro.

Piuttosto, sul palco dell'Ariston si è almeno udito qualche pezzo degno di nota, come per esempio quello del simpaticissimo Cristicchi che intonava: meno male che c'è Carla Bruni, quanto è bella Carla Bruni. La first lady francese però non c'era, seppur invitata, secondo alcuni proprio a causa dell'irriverente motivetto del cantante romano. In effetti, a osservarla, sembra una priva di qualsiasi capacità di autoironia. In questo è molto più italiana di quanto vorrebbe far credere.

Scritto da Style24.it Unit

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