Morto Sandro Petrone: conduttore e inviato di guerra della Rai

Il giornalista Sandro Pertone è morto a 66 anni a causa di un brutto tumore.

Sandro Petrone è morto a soli 66 anni. Il giornalista, storico inviato di guerra per la Rai e conduttore del Tg2, ha lottato per tanti anni contro un brutto tumore. La terribile notizia è stata diffusa dal segretario Usigrai Vittorio di Trapani.

Sandro Petrone è morto

Il giornalista Sandro Petrone è morto a soli 66 anni a causa di un brutto tumore. In una vecchia intervista al Corriere della Sera, aveva dichiarato: “Un microcitoma, un tumore molto aggressivo che nel 95% dei casi colpisce i fumatori”. Inviato speciale e di guerra, ha condotto l’edizione delle 13 del Tg2 dal 1997 al 2012. Dopo essersi fatto le ‘ossa’ nelle radio private, Petrone aveva iniziato a lavorare per alcuni quotidiani nazionali. Nel 1979 è arrivato in Rai. È stato il primo italiano a trasmettere dal Kuwait liberato, ex Jugoslavia, Kosovo, Iraq, Libano, attentati dell’11 settembre in Usa, attentati dell’11 marzo a Madrid, Iran, Afghanistan, Libano e Libia. Non solo, Sandro è stato anche il primo giornalista italiano a coprire grandi eventi usando una propria telecamera: dalla Guerra del Golfo al crollo dell’Urss, passando per la Guerra in Jugoslavia. Infine, ha lavorato nelle sedi di corrispondenza di New York, Londra, Parigi e Mosca.

L’annuncio della morte

La triste notizia della sua morte è stata resa pubblica dal segretario Usigrai Vittorio di Trapani. Sul suo profilo Facebook ha scritto:

“Ha lottato con la grinta degli inviati di razza. Non ha mai nascosto la malattia. Anzi, l’ha combattuta tornando a dedicarsi alla passione di sempre: la musica. Per me è stato anche un docente. Sandro Petrone non lavorava in tv, conosceva e sapeva fare televisione”.

Petrone portava avanti il suo lavoro con estrema passione. Sosteneva: “Chi fa informazione è al servizio dei cittadini. Le informazioni servono alle persone per vivere, per avere una rappresentazione corretta del mondo in cui devono muoversi. Truccare le carte vuol dire truccare la vita della gente. È come un omicidio. Fisico, non solo ideologico”. Oltre alla passione per il giornalismo, aveva anche quella per la musica. Sandro aveva dichiarato: “Mi piace raccontare le storie degli uomini e le storie che servono a denunciare gli abusi che minacciano la democrazia. Perciò per molti anni ho fatto il cantautore del Neapolitan Power. Quando non potevo ancora fare il giornalista. E da giornalista ho continuato a comporre canzoni, soprattutto durante i reportage all’estero, parole spinte dalle emozioni che nei servizi televisivi non trovavano posto. Canzoni che gli altri possano cantare. Anche la musica serve a mantenere in vita la gente. La musica è vita. E le parole in musica, un filo conduttore dell’esistenza”. La morte di Petrone lascia un grande vuoto nel mondo del giornalismo.

Scritto da Fabrizia Volponi

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