Reality Vaticani: l’isola dei compagnucci della parrocchietta

"Educare, informare, intrattenere”. Lo slogan pedagogico coniato nel 1922 dal direttore generale della BBC, Jhon Reith, ed applicato con rigore dalla Rai degli esordi, è oggi la perfetta sintesi della missione evangelizzatrice condotta dalla Tv dei Vescovi.

Ma ecco la novità .

I mezzi usati dalle emittenti cattoliche per raggiungere questo fine educativo saranno identici a quelli impiegati dalla “oscena” Mediaset, o dalla Rai corrotta dal commercialismo della concorrenza: i reality show. 

Lo propone il magazine cattolico Korazym, rilanciando un’idea che già circola negli ambienti cattolici.

“Criticare i reality show- scrive Korazym- è diventata ormai una moda. Accuse di stupidità e volgarità , polemiche sulla leggerezza dei modelli proposti, attacchi alla televisione, sempre più cattiva maestra. Al forum del Progetto Culturale della Cei, Giuseppe Savagnone, storico ed editorialista di Avvenire, ha detto che la Chiesa dovrebbe opporsi ai reality show, che fanno passare una visione della famiglia capace di minare questo istituto ‘ad un livello assai più profondo di quanto può fare una qualunque legge’. Se non è un anatema, ci siamo vicini. Una posizione legittima, per carità , ma di fronte al format televisivo del momento e ai fenomeni di costume che esso produce, si deve fare un salto di qualità ".

Ecco come dovrebbe essere la controprogrammazione del Vaticano, secondo Korazym.

“ I discorsi senza senso di un gruppo di semivip su un’isola o di sconosciuti in una casa TV non si contrappesano con una levata di scudi, ma portando messaggi ed esempi alternativi, magari usando gli stessi linguaggi. Il reality non è satana, ma un semplice format -forse stupido- che ognuno può riempire come crede. Diventa così condivisibile l’invito provocatorio che don Antonio Mazzi lanciò l’anno scorso ai media cattolici di ideare propri reality show. Non si tratta certo di fare una TV catholic correct, ma di dare voce ad una realtà più vera. Portare le telecamere in ambienti diversi, coinvolgere protagonisti normali, impegnati nel sociale, con idee e una fede da difendere, comunicare in modo nuovo tutto ciò che va al di là dell’apparenza: sarà facile scoprire che è possibile elevare il tenore dei discorsi, ragionare serenamente sui problemi, confrontarsi fino in fondo sulla vita di tutti i giorni. ..una televisione alternativa che sappia coniugare i format di successo con contenuti senza tempo”.

L’operazione incoraggiata da Korazym sembra legittima, in virtù della stessa qualità del Format di “idea originale creata in funzione della sua riproducibilità tecnica”.

Se questa struttura narrativa standartizzata deve essere versatile, adattabile alle realtà nazionali, può essere di certo piegata anche alle diverse esigenze culturali e declinata in versione “religiosa”.

Un Format, in ogni caso, funziona non solo perché coinvolge sul piano ludico, ma anche perché crea un’universo riconoscibile dallo spettatore, in base ad un meccanismo di identificazione, (“assomiglio a quel personaggio, quei valori mi appartengono"”) o di proiezione (“aspiro, vorrei diventare come…"). I protagonisti ed i valori di questo microcosmo innescano dunque processi che possono essere sfruttati a fini educativi.

Apro parentesi. Se gli autori della prima edizione del Grande Fratello avessero messo in mano al vecchio Taricone un libro, ad esempio, che peraltro lui legge spesso perché è molto colto, oggi ci sarebbe forse in giro qualche palestrato con dieci o venti neuroni attivi. Chiudo parentesi.

Unica controindicazione alla buona riuscita di un reality cattolico è quella a cui tutti pensiamo, anche se ipocritamente la sottovalutiamo: che si passi cioè dall’esibizionismo smaliziato dei protagonisti di oggi, forse immorale ma produttivo per lo show, alla ingenuità ridicola ed imbarazzante di personaggi come il boy scout di “Mamma Mia che impressione” interpretato da Sordi, che ancora oggi popola le parrocchie italiane.

Attenti agli auto goals: l’effetto “Giovane Esploratore della Parrocchietta di Sant’ Isidoro” rischia di vanificare l’input virtuoso del contro-reality cattolico!

Vai alla tv Blusat2000, promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana

Scritto da Style24.it Unit

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