Rai e Mediaset pagano i famigliari di Sarah Scazzi per andare in tv?

Desta sempre più incredulità e biasimo la massiccia presenza dei famigliari di Sarah Scazzi in televisione: prima, durante e dopo il ritrovamento del corpo della loro congiunta. La madre Concetta in diretta a “Chi l’ha visto?” mentre viene data notizia della morte della figlia, il fratello Claudio che compare nello studio della Vita in diretta a poche ore dalla scoperta del cadavere della sorella e poi ancora le figlie dell’assassino da Barbara D’Urso e a Matrix, e di nuovo il fratello in compagnia del padre a Porta a porta.

Ci manca solo che mettano telecamere e microfoni in casa Scazzi e in casa Misseri, stile Grande fratello: per il resto è già stato fatto tutto, violando qualsiasi elementare norma di pietà e di rispetto per la privacy altrui. Ho già scritto che questa remissività di fronte all’invadenza televisiva, che sfiora la complice disponibilità, da parte dei famigliari di Sarah probabilmente è spiegabile con una certa deprivazione culturale (e forse anche emotiva); ma quale che sia la spiegazione la responsabilità del triste spettacolo offerto rimane interamente giornalistica: di chi, cioè, dirige e conduce quelle trasmissioni.

Perché non ci si può attendere che il rispetto degli standard etici minimi e delle più basiche regole di deontologia professionale provengano dalle scelte dei privati, in questo caso dei famigliari della povera vittima. La loro disponibilità a essere protagonisti del macabro reality show intessuto intorno alla morte di Sarah non autorizzava e non giustifica la scelta di metterli al centro della ribalta mediatica, tra opinionisti e pseudo esperti malati di protagonismo che – sempre i soliti – animano questi indegni teatrini, da Cogne a Garlasco passando per Erba e Novi Ligure.

Piuttosto, serpeggia una domanda che non trova risposta e neppure visibilità sui mezzi d’informazione, a cui io invece voglio dare voce, sperando in una qualche risposta: i parenti di Sarah sono pagati da Rai e Mediaset per andare in video? E, lasciando perdere la tv commerciale, è eticamente accettabile che l’emittente di stato, finanziata con i soldi di tutti noi, offra dei quattrini (quanti poi?) ai congiunti della vittima di un omicidio atroce per comprare la loro intimità e spettacolarizzare il loro dolore?

Credo che a queste domande la dirigenza Rai sia tenuta a darci risposta. Resta da vedere se il signor Masi è in grado di assumere un’iniziativa senza l’input berlusconiano, se il presidente Garimberti è capace di destarsi un momento dal letargo che lo avvolge per occuparsi della vicenda e se magari quell’altro bell’addormentato del presidente della commissione di Vigilanza, il giovanotto Zavoli, abbia la voglia di chiedere qualche chiarimento ai vertici di Viale Mazzini. Aspettiamo, per nulla fiduciosi.

(Nella foto: Sarah Scazzi).

Scritto da Style24.it Unit

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