Quasi quasi rottamo Bersani

Avevo fatto appena in tempo a scrivere un post elogiativo sullo spirito di concretezza e la correttezza di Bersani, in opposizione alla fuffa carismatica dei suoi avversari interni ed esterni, e il segretario del Pd immediatamente si affretta a smentirmi, lanciando alleanze strategiche col nascente terzo polo – pare di capire anche a discapito del rapporto con Vendola e Di Pietro – e ventilando l’ipotesi di mettere in soffitta le primarie.

Insomma siamo tornati alla solita logica tafazista di dalemiana e veltroniana memoria: delle diverse strade percorribili i dirigenti democratici sembrano invariabilmente scegliere quelle che portano al disastro. Forse ha davvero ragione Travaglio quando dice che questa classe dirigente è funzionale al successo berlusconiano.

Entrando nel merito della questione: che senso ha cercare un’alleanza con un fantomatico centro che vale il 12-13 per cento dei consensi (quanto Vendola e Idv) con cui obiettivamente esistono divergenze programmatiche profondissime? Qual è l’intento, costruire una nuova Unione per un governo che si sbricioli in pochi mesi? O far scappare gli elettori democratici i quali, per chi non l’avesse ancora capito, sono in larga parte gli ex elettori del Pds, quindi gente di sinistra, che vede – giustamente – l’ex fascista Fini e il baciapile Casini come il fumo negli occhi?

Avevo proposto la rottamazione di Renzi e Di Pietro, temendo che sotto tutto quel fumo ci fosse poco arrosto, ma a questo punto, se la strategia del Pd sarà confermata, dallo sfasciacarrozze ci mando senza grandi rimpianti Bersani. Davvero, col masochismo abbiamo già dato.

(Nella foto: Tafazzi, ero emblema della sinistra italiana).

Scritto da Style24.it Unit

Lascia un commento

Leggi anche
Contentsads.com