Chi era Primo Levi: tutto sullo scrittore internato ad Auschwitz

Megghi Pucciarelli

Megghi Pucciarelli nata a Salerno nel 1996. Ho avuto da sempre la passione per i libri e la scrittura e perciò mi sono laureata in Lettere moderne. Amo la natura, le passeggiate in montagna, fare trekking con gli amici e mi piace rilassarmi davanti ad un bel film.

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Primo Levi è stato uno dei più importanti testimoni italiani della tragedia della Shoah: internato nel campo di concentramento di Auschwitz, riuscì a sopravvivere e scrisse grandi capolavori della letteratura riguardo questa tragica esperienza.

Primo Levi

Lo scrittore e chimico Primo Levi è nato a Torino il 31 luglio del 1919 da una famiglia di origini ebraiche. Frequenta il famoso liceo torinese D’Azeglio, dove avevano insegnato grandi personalità e avevano studiato scrittori al centro del movimento antifascista come Cesare Pavese. Nel 1937 si iscrive all’Università di Torino per studiare Chimica. L’anno successivo il regime fascista emana le Leggi razziali, che precludevano molte attività ai cittadini italiani ebrei e li discriminavano in vario modo, spesso anche con atti di violenza che con il tempo aumentavano sempre di più.

Queste leggi impedivano ai giovani ebrei di intraprendere la carriera universitaria, ma permettevano di concluderla a chi avesse già iniziato il percorso di studi. Il giovane Primo Levi così continua a studiare chimica fino alla laurea nel 1941.

Trova lavoro a Milano e qui entra negli ambienti antifascisti, finché nel 1943 decide di combattere con un gruppo di partigiani sulle Alpi. Proprio qui verrà scovato dalle truppe fasciste e preferirà, al suo arresto, dichiararsi ebreo e non partigiano.

Per questo viene internato nel campo di concentramento di Fossoli, prima di essere spostato nel famigerato campo di Auschwitz in Polonia. Il suo periodo di internamento nel sottocampo di Buna-Monowitz è al centro del libro “Se questo è un uomo“: le torture psicologiche e fisiche, la vita fatta di stenti e di lavoro forzato e stremante, la totale svalutazione dell’essere umano attuata dai tedeschi e dagli aguzzini dei campi di sterminio.

Il 27 gennaio 1945 l’Armata rossa libera il campo di Buna-Monowitz e Primo Levi è finalmente libero: un altro viaggio allo stremo delle forze lo attende, quello verso casa, descritto in “La tregua“, libro dal quale è stato tratto anche un film dal regista Francesco Rosi. La sua opera vincerà anche il prestigioso Premio Campiello alla sua prima edizione.

Vita privata

La vita di Primo Levi vede una tragica fine l’11 aprile 1987: sopravvissuto all’incubo dei campi di concentramento, il corpo dello scrittore viene ritrovato alla base della tromba delle scale della sua casa a Torino.

Molti hanno ipotizzato il suo suicidio. Tanti altri invece protendono per l’ipotesi della caduta accidentale dato che Primo Levi aveva fatto molti progetti per il futuro.

Ritornato a casa dopo il campo di concentramento, Primo Levi trova l’amore in Lucia Morpurgo che sposa nel 1947. Da lei avrà due figli, Renzo e Lisa.