Precious, Sarah e Yara: impariamo a parlare di violenza

Le bambine che guardano Cenerentola hanno il diritto / dovere di sapere che non sono al sicuro. Che la loro cuginetta / amica del cuore potrebbe ucciderle da un momento all’altro. Che uscendo dalla palestra potrebbero non tornare più a casa. Questa, in estrema sintesi, la Brunovespa-filosofia.

Del resto, Cenerentola è ambientata in un’epoca lontana (non esisteva nemmeno Facebook, ci credereste?). Se l’eroina Disney fosse vissuta nel 2010, le cose sarebbero andate diversamente. Non avrebbe potuto indossare la scarpetta perché obesa. Il padre assente perché in carcere, dopo averla messa incinta la seconda volta. Le sue due sorelle (anzi, una sorella e un fratello) sarebbero al tempo stesso i suoi figli. Costretta in casa a cucinare alla madre pollo fritto e hamburger. La fata turchina avrebbe la pelle nera di una maestra che vuole insegnarle a leggere e scrivere.

Precious è stato elogiato dal Comitato Italiano dell’Unicef perché «racconta il tema della violenza di genere e la discriminazione dei gruppi più vulnerabili di bambini e adolescenti con grande sensibilità e delicatezza».

Dubito che ai dibattiti di Porta a porta o de La vita in diretta, o alle facce contrite di Barbara D’Urso, agli sciacalli di Avetrana o agli abitanti di Brembate potrà mai toccare analogo riconoscimento.

Delicatezza non è infatti giocare con la vita e la morte di due ragazze come fossero concorrenti del Grande Fratello (ne avevo già parlato a suo tempo). Delicatezza non è abusare delle loro facce come dive da calendario (altrimenti rischiano – in un certo senso – di diventarlo).

Cos’è allora delicatezza? Bella domanda. Ma la risposta di certo non la troverete in tv.

Qui sotto le foto del cast di Precious (clicca sulle immagini per ingrandirlefoto Lapresse).

Scritto da Style24.it Unit

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