Povia, Luca e l’omosessualit…: allontanati, chŠ m’attacchi la sindrome del culattone

Ricorderete sicuramente il magico Povia e la sua canzoncina, “Luca era gay”. Oggi quel Luca (al secolo Luca Di Tolve) esce allo scoperto sul settimanale A, rilasciando dichiarazioni che denotano una mirabile profondità di pensiero oltre che una notevole avvedutezza.

Prima ero omosessuale e di sinistra, ora invece sono sposato”, dice ad esempio Luca. Orpo, non sapevo che le due cose fossero collegate, o che fossero errori da cui mondarsi pubblicamente. Vladimir Luxuria, sei nei guai.

Tutto il discorso, per inciso, sembra risolversi attorno all'errore: Luca parla dell'omosessualità come fosse un lapsus di gioventù, una scelta sbagliata a cui – grazie ad un terapista – ha posto rimedio. “Ora sto domando le mie fantasie, mi nutro d'amicizia virile”. Boh, sarà. A me l'espressione 'amicizia virile' suona vagamente gay, e se devo dirla tutta il caro Luca mi sembra più confuso di prima: se doma le sue fantasie, significa che quell'istinto c'è ancora. Quindi magari è adesso che si sta snaturando, non vent'anni fa, chi lo sa. Possibile, poi, che nel 2010 l'omosessualità faccia ancora così scalpore? Che sia l'idea di venir inchiappettati che terrorizza (mentre non si hanno remore a metterlo nel posto ad amici, parenti, vicini, colleghi d'ufficio, ecc.)? Mistero.

Vabbè, ognuno alla fine vive come meglio crede. Se a Luca fa piacere mostrarsi etero per essere accettato dai Povia della vita, chi siam noi per giudicarlo? Affari suoi.

Il punto, semmai, è un altro: l'omosessualità è un malessere che va guarito? Per Povia ed il suo illuminato amico pare di sì.

E per Paolo di Teledicoio, invece, com'è la storia? Mah, per me chiunque non voglia essere sedotto da una come Andrea Osvart è uno scellerato.

Dai che scherzo, su.

Uomo e donna tendono ad essere naturalmente predisposti per stare assieme, difficile negarlo. Miliardi di matrimoni in migliaia di anni, mh, non possono essersi tutti sbagliati. So anche, però, che il cuore ha ragioni che la ragione non conosce, e che non abbiamo la facoltà di decidere razionalmente cosa deve o non deve piacerci. Come faccio ad imporre a me stesso, ad esempio, che la Osvart coperta di Nutella non deve piacermi? Posso provare, ma mi piacerà lo stesso, e pure un sacco. E' istinto. Così come non scelgo se mi piace il colore rosso, o il mare, o la pasta al pesto: è un impulso puramente soggettivo. L'eterosessuale (l'omosessuale) non sceglie di esserlo: lo è e basta. E' qui che casca l'asino del diversamente ecumenico Povia, per cui omosessualità equivale a confusione mentale per tranquillizzare i benpensanti.

Essere naturalmente predisposti per qualcosa non significa, insomma, che quello sia l'unico modo "giusto" per vivere e per venire accettati. Esistesse davvero uno stile di vita unico, allora i nuovi Torquemada dovrebbero far “entrare in terapia” tutti coloro a cui piace fare cose diverse, potenzialmente dannose (come mangiare chili di cioccolata, meglio se spalmata sulla Osvart) o addirittura “contrarie” all'umana natura, come andare sott'acqua (L'uomo non è un pesce! Curiamoli!), volare (L'uomo non è un uccello! Curiamoli!) o – appunto – ascoltare Povia (L'uomo non è un'ameba! Curiamoli!).

Scritto da Style24.it Unit

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