Chi era Pierangelo Bertoli: storia del cantautore italiano

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Impegnato nel sociale non solo con l’attivismo, ma anche con la musica, Pierangelo Bertoli è stato un cantautore importante della tradizione italiana.

Scopriamo la storia della sua vita dai difficili problemi di salute al grande successo. 

Chi era Pierangelo Bertoli

Pierangelo Bertoli (Sassuolo, 5 novembre 1942 – Modena, 7 ottobre 2002) è noto per essere stato un cantautore italiano. Nasce nella provincia di Modena da una famiglia di operai che lo segue nella sua difficile crescita. L’artista infatti viene colpito da una grave malattia fin da piccolissimo e questa lo costringe a muoversi in sedia rotelle.

Le difficoltà non sono solo fisiche, ma anche economiche ma questo non gli impedisce di scoprire il mondo che lo circonda. Sebbene in casa non possieda una radio è un grande fan della musica, passione che condivide con il fratello. Tra i suoi artisti preferiti Frank Sinistra di cui conosce tutta la discografia a memoria e che lo porta a volersi avvicinare agli strumenti musicali. 

L’esordio di Pierangelo Bertoli nel mondo della musica

A venticinque anni inizia quindi a suonare la chitarra e successivamente a comporre le sue prime canzoni. Pochi anni dopo incide il suo primo album in studio, “Rosso colore dell’amore”, pubblicato anche nella Germania Ovest. Riscuote grande successo iniziando quindi anche un tour per diverse città tra cui Francoforte, Monaco e Colonia. 

Prosegue negli anni successivi con una serie di nuovi brani di grande successo.

Di fondamentale importanza l’incontro con Caterina Caselli che lo propone al marito, Piero Sugar, con cui firma un contratto per incidere l’album successivo: “Eppure soffia”. Tra i progetti di questi anni si ricordano anche brani in dialetto modenese raccolti nell’album “S’at ven in meint”. 

Il grande successo di Pierangelo Bertoli

Nel 1991 partecipa anche al più grande festival canoro italiano insieme ai Tazenda con il brano “Spunta la Luna dal monte”.

Grazie a Sanremo l’artista torna nuovamente ad avere grande successo confermando la tendenza anche con la partecipazione al Festival dell’anno successivo. Il brano che porta ne 1992 si inserisce in un album di denuncia che anticipa per esempio lo scandalo di Tangentopoli e accusa Giulio Andreotti. 

Nonostante rifiuti le proposte di chi lo invita a candidarsi in politica, Bertoli partecipa al benessere comune attraverso l’attivismo. Combatte infatti per l’abbattimento di barriere architettoniche ma anche l’integrazione delle persone con disabilità. 

Negli ultimi anni della sua vita prosegue con progetti vari tra loro tra cui un concerto nel carcere di Modena, la realizzazione del singolo in occasione dei cento anni della Juventus ma anche la realizzazione di brani impegnati.

Si spegne però nel 2002 in seguito a un difficile tumore ai polmoni che non riesce a sconfiggere nemmeno con numerose cure.