Papa a Milano e Napolitano al 2 giugno: l’informazione è sul web

La parata del 2 giugno è stata un flop e le grandi aperture del papa a Milano sono delle balle, ma tv e giornali in Italia sono pezzi di establishment, altro che informazione al servizio dei cittadini

L’idea un po’ ingenua e romantica dei mass media come cani da guardia contro gli abusi del potere, come forza di controinformazione e cambiamento sociale, se si guarda ai mezzi di comunicazione mainstream – soprattutto qua in Italia – appare poco più che uno scherzo. In questo weekend, dominato dalle celebrazioni del 2 giugno e dalla giornata mondiale per la famiglia a Milano, se ne è avuta l’ennesima riprova.

Sulla parata militare del 2 giugno c’era stata una specie di sollevazione popolare sul web, che chiedeva – come peraltro già avvenuto nel 1976 – la cancellazione dell’evento in un’ottica di sobrietà e vicinanza rispetto alle sofferenze dei terremotati dell’Emilia. Una posizione rispettabile, quantomeno questo, che è stata ignorata e derisa dal presidente Napolitano, spalleggiato dalla quasi totalità del giornalismo tv e su carta stampata: dal Tg1 a Repubblica, tutti a derubricare come pura demagogia o retorica strumentale una comprensibile istanza, nata dal basso, di austerità, per una celebrazione che è apparsa più di casta che di popolo. Ma ancora di più, si è arrivati a spacciare come “un successo di partecipazione” l’evento che – come mostrano molte foto sul web – è stato invece un appuntamento per pochi intimi, a riprova della disapprovazione dei cittadini.

Sul papa c’è poco da aggiungere rispetto alle solite riflessioni: in tv quando appare il pontefice i telegiornali si trasformano nel notiziario di Radio Maria e i giornali ne L’Osservatore Romano, vedi la prima del Corriere della Sera di ieri. Qualsiasi banalità è spacciata come verità universale, qualsiasi piccolo cedimento sulla linea dell’intolleranza dogmatica è presentata come una grande apertura (tale diventa quella a separati e divorziati, ai quali però continua ad essere negata l’eucarestia) e qualsiasi risvolto poco edificante (i costi a carico di Comune e Regione, il mega palco che pare quello del tour di Madonna) viene zelantemente oscurato. Poi sull’adesione popolare si bluffa come al solito impunemente. Se ieri infatti la partecipazione è stata realmente oceanica (circa un milione di persone), sabato era curioso osservare l’inviato del Tg1 che sparava numeri a caso e – a neanche mezz’ora dall’arrivo di Benedetto XVI – lasciava intravedere alle sue spalle una piazza semivuota.

Insomma, i media mainstream in Italia – anche dopo la crisi della Seconda Repubblica e del berlusconismo – appaiono ancora in tutto e per tutto dei pezzi di establishment, che sentono come loro primo compito e dovere quello di educare i cittadini al rispetto delle istituzioni (in primis, Quirinale e Vaticano) e dei valori dominanti piuttosto che informare obiettivamente e agire per il cambiamento. A questo secondo aspetto, che sarebbe quello proprio dei media in una democrazia matura, per fortuna ci sta pensando, almeno un poco, il web. Speriamo bene.

(Foto – Infophoto).

Scritto da Style24.it Unit

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