Nunzia Cillo tra social e fotografia: “Non chiamatemi influencer”

Nunzia Cillo si racconta. Legge, scrive, viaggia e fotografa. E’ una blogger professionista e fotografa freelance, l’arte è la sua musa ispiratrice

Il boom del social media marketing e le nuove professioni del web. Si tratta di modelli a cui aspirare, personaggi da cui prendere ispirazione. Un mondo racchiuso nello schermo di uno smartphone o di un pc, una finestra su una realtà a parte, dove le figure che nascono sui social occupano uno spazio sempre più ampio nella società, dall’intrattenimento al marketing vero e proprio. Stando alle divulgazioni di recenti studi, il numero degli utenti connessi a Internet in tutto il mondo è di oltre 4 miliardi di persone, di questi, più di 3 miliardi risultano attivi sui social media. Nel 2017 il business intorno all’influencer marketing è cresciuto del 198%. L’anno prima quasi il 40% delle persone che hanno acquistato un prodotto online, lo hanno fatto dopo aver visto un influencer usarlo sui social network.

Facebook, Twitter, Youtube, ma forse più di tutti Instagram. Ed è proprio su Instagram che Nunzia Cillo conta ben 150 mila follower. La sua è tutta un’altra storia. Niente “inflluncer marketing”, ma tanta passione: l’arte è la sua musa ispiratrice. Lei legge, scrive, viaggia e fotografa. E’ una viaggiatrice incallita, sempre con la reflex tra le mani e zaino sulle spalle. Passo dopo passo ha costruito una carriera incredibile. La sua ascesa prende avviso dall’esperienza di Entrophia, il blog nato nel giugno 2011. Nunzia è una fotografa freelance e una blogger professionista, ma vanta anche collaborazioni e premiazioni importanti.

Nunzia Cillo, la sua scalata verso il successo

Premiata da Getty Images a Las Vegas nel gennaio 2015. Menzionata da Mashable nella lista de “I 12 instagramers al mondo che vi faranno venir voglia di mollare tutto e partire”. Scelta per due anni consecutivi da Sky Arte HD come ambassador in Italia per il progetto “Master of Photography”. Ama il visual storytelling e raccontare e raccontarsi attraverso foto e parole.

Entrophia nasce dalla volontà di dare voce a una visione non stereotipata del lifestyle, raccontando di moda, stile, viaggi, fotografia, design. L’arte e la bellezza muovono tutta la sua vita. Sette anni fa ha deciso di creare un blog tutto suo e in pochi mesi lo ha trasformato in un mestiere di vita, divenendo a tutti gli effetti un lavoro full time. Questo spazio è infatti tra i più letti in Italia e Nunzia è tra le blogger più apprezzate nel panorama nazionale. Una passione longeva, bella e avvincente. Una storia emozionante che nasce dalla più giovane età.

“La passione per l’arte nasce fin da bambina, ma certamente non mi aspettavo questo successo. Ho approfondito la passione grazie ai miei studi in architettura, quindi cerco sempre di coniugare quanto assimilato in questi anni: composizione, estetica e arte a 360 gradi. Il blog è nato per caso, non per fare successo e trarne un guadagno. E’ nato meramente come un contenitore della mia vita e delle mie passioni. In quel momento avevo bisogno di “resettarmi” completamente e ripartire. Non da zero, ma da me stessa. Così ho messo in standby ogni cosa, dal lavoro alla famiglia e la vita privata. Sono partita con un biglietto di sola andata. Ho aperto il blog, ho iniziato a raccontarmi, a fotografare il mondo, le mie emozioni e sensazioni. Nasco come blogger di lifestyle nel 2011. Ho aperto il blog nel giugno di quell’anno e nel mese di settembre, quando sono tornata a casa, ho scoperto (per puro caso) che il mio blog era tra i più letti in Italia.

Nunzia Cillo

Fotografia e scrittura, due grandi passioni

”La mia casa è il mondo intero”, ha raccontato Nunzia. La scrittura e la fotografia restano i suoi amori più grandi e occupano sempre più spazio nella sua vita. Nel marzo 2016 si è trasferita a Milano ma non smette di viaggiare in ogni angolo del mondo. Per lei quindi la fotografia assume un valore nettamente più grande rispetto a una semplice passione. Come nasce il suo desiderio di scoprire ed eternare il mondo in uno scatto?

“Sono dell’idea che si possano raccontare storie in vari modi. In primis attraverso la scrittura (io amo scrivere) e lo storytelling fotografico. Sono stata fortunata perché sono riuscita a coniugare queste mie due grandi passioni“. Poi ha confidato: “Ad oggi, se dovessi scegliere il mio modo preferito per raccontare le mie emozioni, sceglierei sicuramente la fotografia. Perché credo che riesca a raccontare molto più delle parole”.

Nell’era dell’immediatezza, della brevità e della rapidità assoluta, la rilassetezza e la profondità della scrittura sembrano passare in secondo piano. Per un’appassionta come Nunzia, che valore va ad assumere la scrittura nell’era del digitale per eccellenza?

”Tristemente, oggi si ha sempre meno tempo di leggere”, ha ben detto. “Da recenti studi, infatti, è emerso che le persone, i frequentatori abituali di riviste e campo digitale dedicano in media solo 20 secondi ad articolo. Io fortunatamente ho “educato” il mio pubblico a dedicare del tempo alle mie didascali e ai miei articoli. Ci sono riuscita perché non ho mai abbassato il livello adattandomi a quanto mi sta intorno. Oggi le didascalie sono pressoché inesistenti o composte esclusivamente da emoticon. Io non ho mai permesso tutto questo, preferisco mantenermi molto in alto in termini di contenuto. Sono andata avanti per questa strada e il pubblico lo sa. Spesso gli utenti mi leggono a fine giornata, quando rientrano dalla loro routinaria giornata lavorativa. Capita spesso che mi scrivano entusiasti di aver letto un mio testo, di aver guardato una mia fotografia. Si complimentano e mi ringraziano: questo per me è il riconoscimento più grande”.

Influencer, un termine che non piace

Il processo che ci ha condotti alla nascita della figura dell’influencer è un percorso lungo, che parte dalla fine degli anni Novanta con la nascita del “micro-blogging” fino ad arrivare alle evoluzioni contemporanee, dove il concetto va ad assumere dei contorni forse troppo labili e ampi. Segnalata da Corriere, Il Messaggero, Semrush tra gli influencer più apprezzati in Italia, Nunzia dà consigli di trucco, outfit e bellezza in senso lato. Tuttavia, non ama definirsi un’influencer.

Nunzia Cillo

Non apprezzo la parola “influencer”, sebbene sia una definizione che mi viene attribuita quotidianamente. Non mi rispecchio in questa espressione, poiché il suo significato presuppone che dall’altra parte ci sia un pubblico passivo, che si lascia influenzare. Significherebbe avere di fronte persone con un carattere non deciso, non formato né maturo, incapaci di scegliere e prendere decisioni. Mi piace molto di più ispirare”. Tuttavia, ha raccontato che in un certo periodo c’è stato un “cortocircuito” nella sua carriera. “Tutti mi chiamavano “influencer”. Ho chiesto alle mie ragazze – le sue seguaci più affettuose e fedeli – come poterne uscire, quale fosse la parola che più mi definisse. Io sono una fonte di ispirazione, che è un legame alto e profondo: significa prendere qualcuno per mano, ispirarlo appunto”.

Imbattersi negli haters

Non si prendono la briga d’insultare il prossimo vis a vis, preferiscono nascondersi dietro un nickname e dietro una reciproca virtuale assenza. Gli haters proliferano nel web e i social network diventano spesso luogo di odio. Queste figure dalla fisionomia così misteriosa, talvolta codardi e meschini, sono soliti prendere di mira qualche celebrity, lasciando commenti negativi e insulti.

”Negli anni mi è capitato di imbattermi in alcuni haters, che io preferisco trattare con gentilezza. Perché per me non c’è niente che gli spiazza di più della gentilezza. Loro si aspettano sempre una reazione uguale e contraria”. Poi la saggia osservazione: “Dalle critiche a volte mi è capitato di riflettere e trarne degli insegnamenti”.

Tuttavia, alcuni uomini non si sono tirati indietro e l’hanno presa di mira per il solo fatto di essere donna e, in quanto tale, sinonimo di bellezza e femminilità per eccellenza. “E’ successo che mi chiedessero, con un tono brutalmente ironico, perché non mi limitassi a parlare di rossetti, beauty e bellezza. E questa è un’offesa veramente molto poco carina”. Sicuramente irrispettosa delle sue passioni e del suo talento, del suo desiderio di spaziare tra una variertà di tematiche.

Dalla sponsorizzazione sui social ai reality

Nel 2017 sono stati taggati come #ad (pubblicità), 1 milione e mezzo di post, il doppio del 2016. Si tratta di un boom che, stando alle previsioni recentemente stimate, aumenterà rapidamente e considerevolmente negli anni a venire. I social sono oggi le piattaforme provilegiate per la sponsorizzazione e promozione di marchi e prodotti. Talvolta in maniera davvero estenuante e portata a livelli esponenziali.

”Nell’arco di una settimana tendo a non pubblicare più di due post sponsorizzati. Cerco sempre di mediare. Non voglio che i miei canali divengano una vetrina. Voglio che siano un contenitore di emozioni e della mia vita privata, ma anche di collaborazioni che faccio con altri brand. Però voglio mantenere un equilibrio tra post sponsorizzati e non, perché secondo me, a lungo andare, troppi post sponsorizzati vanno ad annoiare i fan”. Quindi ha commentato: “Almeno per me sarebbe così”.

Oltre ai social network, nella società contemporanea i reality (così tanto in voga) sono mezzi attraverso i quali i più e meno giovani cercano di esporsi mediaticamente, nella speranza di farsi conoscere e accrescere la propria notorietà. Per “diventare famosi”. Forse la realtà virtuale nella quale siamo pienamente immersi ha semplificato la scalata verso il successo, rendendo più facili le possibilità di “fare carriera”. Oppure non ha fatto altro che alimentare false speranze. Sono tantissime le giovani che dicono di voler fare le blogger quando saranno grandi.

”Oggi dire di voler fare le blogger è diventato un po’ anacronistico. Tutte vogliono fare le influencer, che per me sono le nuove veline“. Così ha commentato Nunzia, che poi ha consigliato: ”Il web è democratico, quindi è sempre il pubblico a scegliere. Ognuno può tentare di intraprendere questa strada, ma non sempre ci si riesce. Spesso vengono nutrite false speranze nelle menti di quelle giovani, per lo più da parte di agenzie o terzi. Non bisogna mai perdere il punto fondamentale: è il pubblico che decide quello che gli piace o no”.

Le donne e la carriera

Il mondo propende verso l’emancipazione. Ma davvero la società di oggi, che si acclama ipermoderna e avanguardista, è meno maschilista di un tempo? Abbiamo chiesto a Nunzia quanto sia difficile per una donna fare carriera nel XXI secolo.

“Sicuramente è meno difficile rispetto ad anni addietro, perché fortunatamente alcuni cliché rigidi e ormai obsoleti sono stati abbandonati da parte della società odierna. Ma c’è ancora tanta strada fare, sia da parte degli uomini sia (e soprattutto) da parte delle donne. Troppo spesso, infatti, le donne sono nemiche delle donne. Dobbiamo tutte darci da fare, collaborare e rimboccarci le maniche”.

Lavoro e tempo libero, un connubio perfetto

Tra collaborazioni importanti, foto, viaggi e gestione del blog sporge spontaneo chiedersi come faccia Nunzia a coniugare i suoi numerosissimi impegni. La sua risposta è ammirevole.

”Cerco sempre di mantenere un equilibrio. Il mio pubblico sa che alcuni giorni io scompaio. Lo faccio perché ho bisogno di staccare completamente la spina. Ho bisogno di allontanarmi dai social e vivere quello che avviene fuori dal mondo digitale: voglio leggere, dipingere, dedicarmi alla scrittura”. Quindi ha spiegato: “Il fatto di essere indipendente, di non avere agenzie al di sopra di me, mi permette di poterlo fare. In tal modo, ho la possibilità di godere liberamente del mio tempo, organizzando al meglio le mie giornate. Dedico delle ore ai social, altre ai clienti (occupandomi anche di comunicazione per terzi)”.

Poi il racconto sul bello del suo mestiere: “Dedicare tempo ai social non significa solo postare una foto. Significa anche interagire e rispondere attivamente ai numerosi commenti”. Nunzia ha spiegato ai nostri microfoni che, dopo aver pubblicato una foto, dedica le successive 5/6 ore alle risposte. “Ho fatto una scelta. Non si tratta di una decisione recente, risale ormai a sette anni fa, quando ho aperto il mio blog. Avviando il mio percorso ho deciso di non diventare una vetrina, ma di voler comunicare e quindi di avere un pubblico che reagisce. E per un pubblico che reagisce c’è bisogno di una persona che replichi. E’ per questo che ci tengo tantissimo a dedicare del tempo a chi dedica del tempo a me”.

Desideri, sogni nel cassetto e progetti futuri

Duemila sogni nel cassetto e tanti progetti per l’avvenire.

Ho sempre desideri nel cassetto. Anzi, cerco di non tenerli nel cassetto, ma di farli diventare realtà. Periodicamente mi dedico alla cura di questi sogni, affinché possano diventare reali”.

Poi la sorpresa che allieta e incuriosisce le migliaia di fan: “Tra i tanti sogni che vorrei realizzare c’è la pubblicazione di un libro. Spero possa succedere presto, c’è già del lavoro in cantiere”.

Scritto da Asia Angaroni

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