MTV Italia e l’ipocrisia di una rete che combatte sŠ stessa

MTV
Em Tì Vì.
Cos'è esattamente MTV?

La rete musicale degli esordi, quella originale USA anni '80, era sinonimo di ribellione. Era anticonvenzionale. Era graffiante. Era dinamica. Rappresentava la novità, il cambiamento. Una rivoluzione sia dei tempi che dei modi di fare televisione. Proponeva una quantità d'idee, aveva la forza di farsi ascoltare ed ha realmente segnato un'epoca.

Il prodotto MTV che abbiamo adesso in Italia non è neanche lontano parente di quello storico network. Se lo fosse, con ogni probabilità risulterebbe un suo cugino scemo di campagna. Il che mi fa pensare. MTV Italia, nel 1997, partiva con ben altre aspirazioni; col passar del tempo, invece, si è trasformata in uno dei canali più stupidi e conformisti dell'intero panorama televisivo. Proprio lei, la rete dei giovani, quella della contestazione e del pensiero libero.

Su MTV, oggi, di libero e di anticonvenzionale c'è ben poco. Tracimante di reality e drogata di – perdonatemi – insulse cazzate commerciali, la celebre Music TeleVision ha perso ogni connotazione innovativa e “di rottura”. E' rimasto il glam, quello sì. Ma è un glam viscido, bugiardo, di facciata. Le classiche lucine colorate per distrarre lo spettatore-bue dal vuoto proposto. Non c'è volontà di sperimentare: MTV Italia s'è arresa ad un immobilismo culturale radical-chic che l'ha paralizzata ed impoverita. In soldoni, questi si credono un sacco gggiusti pur non essendolo neanche di striscio. La dimostrazione? I veejay odierni: non hanno carisma, non fan più tendenza, ma se la tirano comunque un botto perchè sono gggiovani.

Nella sua disperazione, la rete si è imbastardita, inchinandosi via via alle logiche di mercato e perdendo smalto e purezza. Si è snaturata trasmettendo programmi odiosi e nocivi come “My Super Sweet 16” (qualcosa di talmente immondo che Kurt Cobain, diobono, se li sarebbe mangiati vivi) ed andando persino in giro a raccattare le promesse mai mantenute della tv. Due esempi? La Principessa del Nulla, Elisabetta Canalis, e la esacerbante Dama dalla Vulva d'Oro, Elena Santarelli, una che dieci anni fa ad MTV l'avrebbero presa a calci.

La cosa più preoccupante, tuttavia, rimane a mio avviso l'insolenza e la doppiezza di fondo di una rete che propugna ideali progressisti ma poi, di fatto, combattestessa in modo schizoide, proponendo concetti diametralmente opposti. Non è credibile criticare il consumismo imperante mentre s'indossa il pantaloncino firmato che fa tanto trendy, o pontificare sulla povertà dell'Africa e subito dopo lanciare il nuovo video supercool costato millemila milioni di euro, o condannare gli sprechi energetici mondiali da uno studio megafricchettone illuminato a giorno dove si discute di cose fondamentali come il look del cantante dei Tokio Hotel.
E' la solita storia di quelli che ti dicono come devi vivere dall'alto del loro piedistallo, ma che di scendere e di sporcarsi con te nel fango non ci pensano neanche lontanamente.

(Nella foto in alto: la veejay Valentina Correani, una che avrebbe stuzzicanti qualità ma che nove volte su dieci indossa i calzettoni di nonna Fulgenzia. Nella foto in basso, qualcuno spieghi a Valentina che le tovaglie servono per mangiarci sopra, non per vestirsi)

Scritto da Style24.it Unit

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