Luttazzi vs Ferrara vs Benedetto XVI, capitolo secondo: cos’Š la satira?

Fermo restando che le ragioni della censura del Decameron di Daniele Luttazzi sono da ricercarsi nella puntata mai andata in onda, e non in quella che conteneva la merdosa battuta su Giuliana Ferrara, pubblico la lettera che Daniele Luttazzi ha inviato a Repubblica.

Si parla di satira.

Sulla questione mi sono già espresso, tranquilli, non mi ripeterò. Però vorrei sapere cosa ne pensate di questa sua visione della satira.

Ah, ultima notizia. Luttazzi è riuscito ad evitare la distruzione della puntata sull'Enciclica di Benedetto XVI (e già lo saprete): lunedì potrebbe portarla in un teatro romano.

Al Direttore di Repubblica:

è disarmante vedere firme celebri (Adriano Sofri e Michele Serra, ndD) annaspare di fronte alla satira e alla sua natura. Quello della volgarità, da sempre, è il pretesto principe di chi vuole tappare la bocca alla satira. Che sia chiaro una volta per tutte (i furbastri più o meno interessati mi hanno un po' stufato ): la volgarità è la TECNICA della satira. Con questa tecnica, la satira esprime idee e opinioni.

Censurare la satira (in nome del cattivo gusto o di altri princìpi volatili e capziosi ) è censurare le opinioni. E' fascismo. Chi si attarda in disquisizioni sul buon gusto è un censore. Punto. L'unico limite lo stabilisce la legge: diffamazione, calunnia. La satira è arte: o è totalmente LIBERA, o non è satira.

Se io parlo del sostegno immondo di Ferrara alla guerra criminale di Bush, Blair e Berlusconi in Iraq, e voi vi scandalizzate dei toni satirici invece che di Abu Grahib o del napalm a Falluja, la vostra scala di valori è corrotta. Era questo il significato di quel monologo. Come volevasi dimostrare.

Daniele Luttazzi

Scritto da Style24.it Unit

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