Luca Barbareschi sconvolge i fan: “Ai miei figli non lascio l’eredità”

Luca Barbareschi ha ammesso che non ha intenzione di lasciare la sua eredità ai figli e la replica della terzogenita induce a qualche riflessione

Luca Barbareschi è stato ospite nel programma Io e Te da Pierluigi Diaco e ha fatto delle dichiarazioni che hanno lasciato i fan un po’ perplessi. L’attore ha ammesso che non ha nessuna intenzione di lasciare la sua eredità ai figli perché crede che debbano crescere senza il suo aiuto economico. La terzogenita Eleonora ha poi replicato, rivelando di avere avuto un padre “assente”.

Luca Barbareschi: le dichiarazioni sui figli

Luca Barbareschi, ospite da Io e Te, ha raccontato a Pierluigi Diaco di non aver alcuna intenzione di lasciare la sua eredità ai figli. L’attore ha dichiarato: Ho tolto l’eredità a tutti i miei figli. Nessuno di loro avrà un euro ma ho dato a tutti l’opportunità di lavoro”. Con queste parole Luca ha gelato tutti i suoi fan e ha generato un chiacchiericcio notevole. Barbareschi, però, ha anche spiegato il perché ha preso questa decisione: I figli dei ricchi diventano cretini, ma non sono cretini. Il cervello è un muscolo e va allenato. Se tu non studi non elabori, il cervello s’impigrisce”. L’attore ha raccontato di aver speso per l’istruzione dei suoi figli tanti soldi e di avergli quindi dato tutte le possibilità per poter camminare sulle loro gambe. Luca ha concluso: “Io sono nato in Uruguay, ho passaporto uruguagio, ho il passaporto italiano e avendo lavorato tanto in America ho avuto honoris causa il passaporto americano. Questo mi ha dato il privilegio di poterlo dare a tutti i miei figli per cui tutti e sei hanno il passaporto uruguagio, il passaporto italiano e il passaporto americano. Cosa vuol dire questo? Che loro possono lavorare in America, in tutto il Mercosur cioè dall’Argentina al Messico e in tutta l’Europa. Tutti hanno studiato in università che costano un milione di euro per l’educazione di quattro anni”. Insomma, l’attore è fermo sulle sue idee e non ha alcuna intenzione di tornare sui suoi passi. La domanda sorge spontanea: quando morirà, visto che ad oggi nessuno ha ancora trovato l’elisir che renda immuni da questa fine, i suoi soldi verranno sepolti con lui?

La replica della figlia Eleonora

Dopo queste sue dichiarazioni, che possono essere più o meno condivisibili come quelle fatte da Carmen Di Pietro, Il Corriere della Sera ha intervistato la terzogenita Eleonora. La 35enne, che senza chiedere un euro al padre è riuscita ad aprire uno studio di design, ha parlato di un rapporto con lui segnato dall’assenza. La ragazza ha rivelato: “L’eredità di papà? Ha cominciato ad avere figli da giovanissimo e gli auguro di campare fino a 120 anni, quindi se ne riparla tra una sessantina di anni… non ci conto proprio. Condivido con le mie sorelle l’eredità, quella sì, di un genitore con un carattere difficile, che ci ha allevato come tre maschi e quindi con il desiderio di essere libere, di venire riconosciute per i propri sforzi, in maniera meritocratica. Il problema, semmai è un altro: è confondere la linea sottile che intercorre tra il rendere un figlio libero di emanciparsi e l’abbandono. Le parole di Eleonora sono molto dure e, molto probabilmente, nascono anche da un rapporto che per anni è stato tutt’altro che idilliaco, spingendola anche a pensare di cambiare cognome. La giovane Barbareschi ha concluso: Mi è mancata la sua presenza. Non lo faceva per cattiveria, ma perché è troppo preso da se stesso. Un’assenza scivolata poi nella sua rigidità. Se, a suo tempo, mi avesse comprato casa non mi sarei mica offesa”. Insomma, i genitori non si possono scegliere, ma aiutare un figlio, non solo nel percorso di studi, non significa non permettergli di camminare da solo. Un figlio, solitamente, non si mette al mondo e basta, così come non si paga l’istruzione e poi si abbandona a se stesso. Spesso serve più un abbraccio o una parola di conforto che una lista di passaporti.


Scritto da Fabrizia Volponi

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