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Un’apertura travolgente
La sessantanovesima edizione dell’Eurovision Song Contest ha preso il via da Basilea, regalando al pubblico una serata ricca di emozioni e spettacolo. La prima semifinale, condotta da Gabriele Corsi e BigMama, ha visto esibirsi 15 artisti, tutti in cerca di un posto nella finale. L’atmosfera era elettrica, con il pubblico che ha avuto il potere di decidere il destino dei concorrenti, senza l’intervento di giurie. Tra le performance più attese, quella dell’Islanda, rappresentata dal duo VÆB, che ha aperto la serata con il loro brano “Róa”, un inno alla resilienza che ha catturato l’attenzione di tutti.
Momenti di grande intensità
La Polonia ha fatto il suo ritorno dopo trent’anni di assenza con Justyna Steczkowska, la cui canzone “Gaja” ha incantato il pubblico con la sua magia e spiritualità. La performance è stata un viaggio visivo e sonoro, ricco di simbolismi e suggestioni. Anche la Slovenia ha colpito con Klemen Slakonja, che ha portato sul palco una ballata intensa e personale, “Koliko časa nama ostane”, toccando il cuore di chi ascoltava con un testo che racconta la sua storia familiare. La serata ha mescolato momenti di profonda emozione a performance più leggere e ironiche, come quella di Tommy Cash dall’Estonia, che ha divertito con la sua parodia degli stereotipi italiani.
Un finale esplosivo
Tra le esibizioni più attese, quella di Lucio Corsi, che ha portato sul palco un pezzo di teatro musicale, “Volevo essere un duro”, un viaggio glam retrò che ha affascinato il pubblico. La sua performance è stata un mix di poesia e provocazione, con un forte messaggio di pace. Non sono mancati momenti di pura festa, come l’esibizione dei Mamagama con “Run With You”, che ha riempito l’atmosfera di energia e libertà. Infine, Gabry Ponte ha rappresentato San Marino con “Tutta l’Italia”, trasformando il palco in una celebrazione dell’identità italiana attraverso un brano techno-pop che ha fatto ballare tutti.