Lascia la fidanzata per giocare a Call of Duty

Douglas 'FaZe Censor' Martin e Yanet Garcia si sono lasciati. Sembra che il motivo sia proprio Call of Duty.

Il viodeogiocatore professionista Douglas ‘FaZe Censor’ Martin sembra abbia interrotto il suo fidanzamento con la instagrammer Yanet Garcia a causa di Call of Duty, famosissimo video gioco ‘sparatutto’. Sarà questa la realtà? Può una passione diventare un lavoro? Stando alle dichiarazioni, sembra di sì.

La fine della storia

Douglas ‘FaZe Censor’ Martin e Yanet Garcia si sono lasciati. Lui è uno youtuber e un gamer professionista, mentre la ragazza è una instagrammer. Insomma, entrambi hanno la passione del web, con inclinazioni diverse, ma che sono comunque riusciti a far diventare un lavoro. Non sappiamo i guadagni effettivi, ma la schiera di follower che la giovane coppia ha al seguito, è un dato rilevante. Fatto sta che sembra proprio che Douglas abbia lasciato Yanet per potersi dedicare al famosissimo gioco ‘sparatutto’ Call of Duty. Pare che il videogiocatore professionista avesse la necessità di avere più tempo per dedicarsi agli allenamenti del gioco in vista dei Mondiali e che la ragazza lo distraesse troppo. Ebbene sì, ci sono i mondiali di Call of Duty e un giovane rinuncia alla sua fidanzata per dedicarsi ad un qualcosa di irreale. È lo stesso Douglas che racconta come la sua storia d’amore si sia inclinata nel momento in cui Yanet ha deciso di tornare in Messico, per proseguire il suo lavoro. Garcia è infatti presentatrice meteorologica e intende specializzarsi anche nella recitazione. Ora, il fatto che due giovani fidanzati si siano lasciati non crea grandi sconvolgimenti, ma il motivo genera non poche perplessità. È possibile porre fine ad una relazione per un videogioco, soprattutto se questo è diventato un lavoro?

Call of Duty

Call of Duty ha sempre fatto parlare di sé, soprattutto per l’influenza che il gioco può avere nella vita dei ragazzi. Sembra infatti, che il video gioco aumenti l’aggressività, con la conseguente possibilità che questa possa sfociare in atti di violenza contro terzi. Questa polemica è particolarmente sentita negli Stati Uniti, dove si pensa che ci possa essere un collegamento con le armi e con il loro utilizzo negli agguati alle scuole. Effettivamente, la cronaca americana ci regala spesso tragedie di questo tipo, con giovani che con armi alla mano, irrompono nei college sparando all’impazzata. Ma si può veramente trasferire un gioco e quello che vi succede, all’interno della quotidianità? Secondo molti studi, sarebbe più che possibile, però soltanto in alcuni casi. Ovvero, sembra che un gioco possa influenzare l’istinto omicida in un soggetto, soltanto se questo vive disagi di altro genere. Ad esempio: un clima familiare o scolastico non felice. Appunto per questo, esiste un codice di autoregolamentazione, il PEGI, che serve proprio ad indicare ai genitori il contenuto del videogame, in modo da poter fare una scelta consapevole. Scelta che può essere fatta sia in base all’età che al carattere del bambino destinatario. Un’adeguata informazione è essenziale, soprattutto in casi come questi. Call of Duty rimane comunque uno dei videogame più apprezzati del panorama mondiale.

Scritto da Fabrizia Volponi

Lascia un commento

Leggi anche
Contentsads.com